Anelli (Omceo Bari): aumentare le borse e il rapporto numerico tra medico e paziente

La situazione è abbastanza drammatica sia sul versante della dipendenza che su quello della medicina generale -

martedì 25 luglio 2017

DOCTOR 33

La Fnomceo torna ancora una volta sul discorso della mancanza di medici opportunamente formati per poter andare a sostituire gli specialisti e i medici di famiglia che andranno in pensione nel prossimo futuro. Nell'ultimo Consiglio, infatti, è stato proprio il presidente dell'Omceo di Bari, Filippo Anelli a proporre una mozione, approvata all'unanimità, per tentare di risolvere il problema all'origine. Bisognerà, insomma, revisionare l'intero sistema formativo: implementando, certamente, le procedure concorsuali per i medici dipendenti e incrementando i contratti di formazione specialistica «di quanto necessario per coprire il fabbisogno derivante dal pensionamento nel prossimo decennio degli specialisti operanti nel servizio Sanitario Nazionale», spiega Anelli. Ma anche raddoppiando, in parallelo, e già da quest'anno, il numero di borse di studio per il corso di formazione in medicina generale; riaprendo i bandi regionali per l'accesso allo stesso corso per i laureati non ancora abilitati; incrementando le attività compatibili con la frequentazione del corso. 

«La situazione è abbastanza drammatica sia sul versante della dipendenza che su quello della medicina generale - spiega proprio a DoctorNews33, Filippo Anelli - perché in entrambi i casi l'età media dei medici attualmente in servizio supera abbondantemente i 50 nella stragrande maggioranza dei casi. E questo significa che il ricambio, nei prossimi 10 anni, sarà circa del 70% nelle medicina generale per arrivare poi ai 90% nei prossimi 15 anni». Saranno 36000, secondo le proiezioni, i camici bianchi che resteranno intrappolati nel cosiddetto imbuto formativo nel decennio 2017/2026: laureati che non riusciranno a iscriversi né alle Scuole di Specializzazione né al Corso di Formazione Specifica in Medicina Generale, rimanendo così, di fatto, "formati a metà", senza poter accedere alla professione, e costretti a emigrare o a accettare condizioni di sottoimpiego. A fronte di questo, ci sarà l'ondata di pensionamenti che coinvolgerà, nello stesso periodo, il 70% dei medici oggi in servizio. Due, dunque, le possibili strade da percorrere, secondo il presidente Omceo di Bari. «La prima, sarebbe l'aumento delle borse per aiutare i futuri medici di medicina generale; l'altra quella di aumentare il rapporto ottimale tra numero di medici e cittadini. Oggi, questo rapporto ottimale si potrebbe aumentare ad un medico ogni 1300 pazienti, così da avere meno bisogno di medici nell'imminente. Sul versante ospedaliero, la via maestra è quella di sbloccare il turn over e, anche qui, aumentare le borse di studio dal momento che ogni anno restano fermi circa duemila medici dopo la laurea per il mancato accesso alle scuole di specializzazioni. Di questo anche le Regioni sono a conoscenza e condividono l'aumento delle borse», conclude Anelli.


Rossella Gemma