Malata senza cure, rissa Lorenzin-Asl

La ministra denuncia il medico. Colasanto: «Nessun rifiuto»

mercoledì 23 aprile 2014

Corriere del Mezzzogiorno (Vincenzo Damiani)

Per l'Asl è «una tempesta in un bicchiere d'acqua», per il ministro alla Salute, Beatrice Lorenzin, siamo dinanzi ad «un fatto vergognoso». Di mezzo c'è un'inchiesta dei carabinieri del Nas e una storia dai contorni ancora poco chiari. A provocare lo sdegno della ministra e a convincere gli investigatori ad indagare è stata la denuncia pubblica fatta, il 18 aprile scorso attraverso un blog su Internet, da un ingegnere di 43 anni di Locorotondo che ha raccontato quanto sarebbe accaduto a sua madre, una donna malata di Sla.

Stando alla ricostruzione del 43enne, un medico dell'Asl di Bari si sarebbe rifiutato di andare a casa della donna per cambiare la cannula per la respirazione. «La sanità in Puglia – scriveva l'ingegnere - funziona che tu chiami al telefono il medico di riferimento che dovrebbe assisterti nel caso di un urgenza riguardante un paziente affetto da una patologia ad alta intensità assistenziale (in pratica completamente intubato e allettato) e che ti risponda un altro medico dicendoti che chi stai cercando è in ferie, che lui non può aiutarti o darti un altro riferimento e che se vuoi puoi richiamare martedì (non lunedì che è Pasquetta)».

 Accuse confermate anche ieri all'Ansa: «Vorrei fosse chiaro che non c'è stata mai data alcuna disponibilità dal medico che ha risposto al telefono a venire a casa nostra per cambiare la cannula per la respirazione a mia madre. Noi non abbiamo declinato il suo invito, non ne avevamo motivo. È stato il medico a non proporci alcuna soluzione». Diversa la ricostruzione fatta dal direttore generale dell'Asl, Domenico Colasanto. «Si è fatta una baraonda senza un perché», la replica. «Non è vero che l'anestesista si sia rifiutata di fare la visita a domicilio – attacca - la dottoressa, di assoluto valore cristallino, ha riferito che il dottore responsabile era fuori e lei lo sostituiva. All'insistenza dei familiari della paziente, ha riferito che sarebbe rientrato martedì».

A quel punto – secondo Colasanto – la famiglia avrebbe deciso per un'altra soluzione. Le giustificazioni non hanno convinto la ministra che ha etichettato il caso come «vergognoso». «Non deve ripetersi mai più, chi si è macchiato della responsabilità di questo episodio dovrà risponderne alla Procura, alla direzione della Asl e all'Ordine dei medici», ha tuonato Lorenzin. «E' un fatto grave e disdicevole», gli ha fatto eco Amedeo Bianco, presidente della Federazione nazionale degli Ordini dei medici.