Medici di famiglia, così cambierà l’assistenza in case e ambulatori

A 4 anni dal decreto Balduzzi, si avvicina la svolta: A favore l’80% dei professionisti

lunedì 02 maggio 2016

Corriere della Sera
Margherita De Bac

Se ne parla dal 2012 quando un decreto approvato dal governo Monti, che porta il nome dell’ex ministro Balduzzi, ridisegnò la figura del medico di famiglia. Non più ambulatori aperti per un ristretto numero di ore al giorno durante la settimana, eccetto sabato e domenica. Ma una «cordata» di colleghi che avrebbero garantito un’assistenza no stop, anche la notte, 24 ore di seguito. Si è a lungo girato e rigirato attorno a questo modello che aveva un ostacolo. L’operazione doveva essere realizzata a costo zero per le aziende sanitarie. Gli attori coinvolti (medici di famiglia e di guardia notturna, associazioni, Regioni) si sono confrontati e combattuti senza arrivare al traguardo. Poi due settimane fa il via libera a un atto di indirizzo che entro l’estate porterà alla firma della nuova convenzione con la medicina di base. E si partirà con un sistema rivisto e corretto rispetto alle linee del 2012. Un nuovo corso per i medici di famiglia.

Alleggerire il carico sui pronto soccorso
L’obiettivo della riorganizzazione è decentrare le cure non urgenti sul territorio e alleggerire il carico di lavoro sui pronto soccorso ospedalieri, affollati da pazienti che richiedono prestazioni differibili, non gravi, quasi sempre non seguite da ricovero. I cosiddetti «codici bianchi» secondo la scala di gravità che prevede in senso ascendente verde, giallo e rosso. Ecco cosa cambierà secondo il documento approvato dalle Regioni, condiviso dall’80% dei medici, ora all’esame della Sisac, l’organismo che dovrà trasformarlo in accordo per il rinnovo della convenzione della medicina di base.

Orari 8-20, 20-24 e 24-8 e cartelle cliniche condivise
Medici di famiglia e pediatri di libera scelta si associano in squadre chiamate «aggregazioni funzionali territoriali», coadiuvati dai medici ad orario (ex guardia medica). A turno questi gruppi tengono aperto il proprio studio dalle 8 alle 20 dei giorni feriali condividendo la cartella clinica dei rispettivi pazienti. Il cittadino non cambia medico, mantiene il suo che è associato a colleghi incaricati di assisterlo quando il titolare non è in servizio. Dalle 20 alle 24 il testimone passa ai medici a orario. Dalle 24 alle 8 dei feriali e dalle 8 alle 20 sabato e domenica il riferimento è il numero 118 che smisterà le richieste non urgenti segnalando i pazienti allo studio di famiglia. E’ prevista in una fase successiva la creazione del numero unico 116117, uguale in tutta Europa, che smista le urgenze al 118 e gestisce le altre ritenute differibili.

Prestazioni omogenee: tutti i servizi in unica sede
Oggi la situazione italiana è scomposta. In alcune Regioni, ad esempio la Toscana e l’Emilia Romagna, esistono già strutture concepite secondo un’impronta no-stop che raccolgono l’attività non urgente. In alcune realtà sono a un livello superiore in quanto la medicina di famiglia si è integrata con la specialistica ambulatoriale e il cittadino può trovare tutti i servizi in un’unica sede con la possibilità di prenotare visite senza dover provvedere da sé in un secondo momento, magari mettendosi in fila o telefonando ai centralini delle Asl. In altre Regioni la riorganizzazione non è mai partita. Esistono così profonde differenze locali. Accanto a case della Salute che funzionano come mini-ospedali super efficienti (Arezzo) esistono poliambulatori che hanno solo cambiato nome senza offrire servizi migliori.

Ruolo unico con le guardie mediche
Sparisce la divisione tra medici di famiglia (o di fiducia) e medici ad orario (ex guardie mediche). Non c’è più differenza di funzione, tutti insieme partecipano ai progetti assistenziali programmati, ad esempio campagne di screening, prevenzione. Ambedue le figure possono svolgere attività professionale di tipo fiduciario o su base oraria. L’insieme dell’organizzazione extra ospedaliera rientra nel novero delle cure primarie.
Sei mesi per firmare accordi locali organizzativi
Attualmente l’ambulatorio del medico di fiducia è aperto dalle 5 alle 7 ore al giorno, nel resto della giornata c’è la reperibilità telefonica. Meno della metà dei medici si sono riuniti in squadre in modo da garantire assistenza fino a 8-10 ore. Dalle 20 alle 8 del mattino e nel fine settimana la figura di riferimento è il medico a orario che ha coordinamento con il medico di famiglia del paziente. Per quanto riguarda i tempi, dopo la firma del contratto di convenzione trattato dalla Sisac le Regioni hanno 6 mesi per definire accordi locali e realizzare questi modelli organizzativi.

Età media 58, serve un ricambio generazionale
La Fimmg (Federazione medici di medicina generale) sostiene il documento che dovrebbe portare alla firma della convenzione: «Siamo soddisfatti, i modelli di assistenza vanno cambiati in base anche al ricambio generazionale. Oggi l’età media dei medici è 58 anni e nei prossimi anni saranno sostituiti da colleghi formati», commenta Silvestro Scotti, vice segretario vicario Fimmg. Inoltre questo rinnovamento favorirà il lavoro delle donne, finora condizionate dai turni di notte, insicuri. «Ora ci sono tutte le premesse», è ottimista Vincenzo Pomo, coordinatore dell’ente che conduce le trattative da parte del pubblico. Si oppongono le sigle Smi e Cgil funzione pubblica. Che paventano il rischio di licenziamento delle ex guardie mediche.

2 maggio 2016