Gli smartphone mettono a rischio i dispositivi cardiaci

I medici raccomandano quindi di tenere gli smartphone a 15-20 centimetri di distanza dal cuore.

venerdì 26 giugno 2015

(APA) Seppur raramente, può ancora succedere: gli smartphone possono disturbare il funzionamento dei dispositivi cardiaci e mettere quindi a rischio chi li utilizza. Questo è il risultato di uno studio tedesco presentato al congresso della Società europea di cardiologia (EHRA EUROPACE - CARDIOSTIM) a Milano (Italia). I medici raccomandano quindi di tenere gli smartphone a 15-20 centimetri di distanza dal cuore.

I ricercatori del German Heart Centre di Monaco hanno ripetuto studi precedenti che valutavano l’impatto degli smartphone sui dispositivi cardiaci, dal momento che la tecnologia dei dispositivi così come gli standard di rete mobile sono cambiati negli ultimi anni. Delle 308 persone che hanno partecipato allo studio, 147 avevano un pacemaker e 161 avevano un defibrillatore cardioversore impiantabile (implantable cardioverter defibrillator, ICD). Gli smartphone utilizzati nelle sperimentazioni (Samsung Galaxy 3, Nokia Lumia, HTC One XL) sono stati collocati sulla pelle direttamente al di sopra del dispositivo.

Mentre gli smartphone erano adagiati sulla pelle, è stato effettuato l’intero processo di chiamata, dalla composizione del numero alla fine della chiamata; quindi sono stati controllati i dati dell’ECG per le interferenze con la frequenza cardiaca. Uno dei 308 pazienti (0,3%) è stato interessato da un’interferenza elettromagnetica (electromagnetic interference, EMI): l’ICD del paziente ha rilevato erroneamente le onde elettromagnetiche dello smartphone come segnali intracardiaci.

“L’interferenza tra gli smartphone e i dispositivi cardiaci non è comune ma può avvenire, quindi occorre rispettare le attuali raccomandazioni di mantenere una distanza sicura”, ha sottolineato l’autore principale Carsten Lennerz. È stato raccomandato ai portatori di dispositivi cardiaci di non mettere lo smartphone nel taschino all’altezza del torace e di mantenerlo sul lato opposto rispetto all’impianto del dispositivo, hanno affermato i medici.