Il business degli psicofarmaci crea nuove malattie mentali

Il businness degli psicofarmaci oltreoceano vale circa 35 miliardi di dollari all'anno.

lunedì 25 agosto 2014

Il fatto 

E' la storia del gigante che mangia i suoi figli. Gli Stati Uniti d'America, in nome del dio del consumo senza scrupoli, del benessere I a qualsiasi costo, e di Big Pharma, la lobby delle lobby (226 milioni di dollari investiti l'anno scorso contro i 153 del pianeta delle assicurazioni, i 144 di gas e petrolio e 141 di internet), hanno inculcato un nuovo dogma nella testa dei cittadini: Lo psicofarmaco, mandalo giù che poi lui ti tira su, ma nessuno dice quanto fa male.

Indicato anche se ti è morto il cane o il gatto, per superare il lutto. 11 1988 è l'anno che inaugura l'era degli antidepressivi: la Eli Lilly mette in commercio il Prozac (che in Europa inizierà a diffondersi verso la metà degli anni Novanta). A ruota arriva il resto degli antidoti contro paranoia, istinto suicida, disturbo bipolare, allucinazioni, attacco di panico, ansia, manie varie ed eventuali. L'impero liberale li somministra come il pane a merenda con spot pubblicitari in tv che promettono successo nella vita e felicità eterna al prezzo di magiche pilloline. E il risultato, da brividi, si vede e si conta: un americano su cinque oggi assume almeno uno psicofarmaco, tra antidepressivi, neurolettici e ansiolitici. Una tendenza esplosa a ritmi record: 25 anni fa solo un americano su cento si imbottiva di molecole del genere. Perfino i bambini sono diventati target ideale delle cure dell'umore: a oltre il dieci per cento di quelli che vanno già a scuola è stato diagnosticato il disturbo da deficit di attenzione (adhd), e alla metà di questi i medici prescrivono pasticche.

IL BUSINESS degli psicofarmaci oltreoceano vale circa 35 miliardi di dollari all'anno. Una miniera d'oro per le case farmaceutiche. Una manna che però non piove dal cielo a caso. Basta prima inventare un nuovo principio attivo (a volte non è neanche così nuovo, cambia l'eccipiente e il gioco è fatto), e dopo, sulla base del brevetto, sfornare l'ennesima malattia nervosa e così migliaia di pazienti, che mossi dall'istinto di sopravvivenza (loro o di chi li ama) si affideranno a psichiatri a sua volta istruiti a dovere dalle industrie del farmaco.

La bibbia di riferimento è il Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali, pubblicato dall'American Psychiatric Association (Apa) e giunto alla quinta edizione nel maggio 2013, che raccoglie sintomi di vecchia e nuova generazione allargando le maglie del malessere. Per cui "quello che ieri era un semplice sbalzo d'umore causato dall'arrivo delle mestruazioni, oggi, nel Dsm 5, è ufficialmente un disturbo", dichiara Robert Whitaker, giornalista di Boston, noto in tutto il mondo per i suoi libri inchiesta sullo scandalo delle malattie costruite a tavolino e gli effetti dannosi degli psicofarmaci, cioè "Mad in America" del 2001 e "Indagine su un'epidemia: lo straordinario aumento delle disabilità psichiatriche nell'epoca del boom degli psicofarmaci" del 2010.

"Una persona - continua il giornalista -è affetta da depressione se dopo due settimane dalla morte di un familiare mostra evidenti segni di tristezza. Anche la smemoratezza negli anziani è sdoganata come un disturbo. Sintomo di disfunzioni mentali anche le escoriazioni cutanee. Ma la cosa più terribile è che nel 1980, all'uscita della prima versione del manuale, stati lievi di ansia e depressione si sono trasformati in disturbi mentali da estirpare solo attraverso gli psicofarmaci". Uno dei motivi del grande successo, secondo Whitaker, "è la complicità tra camici bianchi e ditte farmaceutiche, che si traduce anche in compensi in denaro per i primi in base ai dosaggi che riescono a prescrivere o quando scoprono nuovi sintomi e altre diagnosi".

UNA TATTICA subdola che potrebbe incatenare l'essere umano alla dipendenza, peggiorarne le condizioni di salute e provocare effetti collaterali a catena. "Una ricerca americana su chi prende antidepressivi - spiega Whitaker - dimostra che c'è il rischio sei volte maggiore che restino depressi ri- spetto a chi non segue la cura. Secondo un altro studio fatto in Canada, la probabilità di ricadere nel disagio è addirittura doppio. Gli antidepressivi possono causare episodi maniacali e a quel punto viene diagnosticato all'individuo un disturbo bipolare". Altro esempio. "Un ssri (inibitore selettivo della ricaptazione della serotonina, ndr) in teoria dovrebbe aumentare il livello di serotonina nel cervello. Questo è vero nel breve periodo, ma a lungo andare il sistema nervoso produce meno serotonina per compensare la presenza della molecola. E alla fine danneggia la naturale funzione dei neurotrasmettitori"