Sanità, troppe cure in altre regioni conto da 234 milioni

Dalla chemio all'ortopedia, è sempre corsa ai centri del Nord

sabato 22 ottobre 2016

REPUBBLICA BARI - ANTONELLO CASSANO La via del Nord è ancora la più praticata dai pazienti pugliesi, soprattutto per curare tumori e piccoli problemi or- topedici, ma ora i viaggi della speranza fanno tappa anche nei grandi ospedali presenti a Foggia e Bari. Alla fine però il conto che la Regione deve pagare per rimborsare le cure dei pugliesi negli ospedali del Centro-Nord è sempre salatissimo. È quello che emerge dagli ultimi dati in tema di mobilità sanitaria, diffusi con un anno di ritardo. Per il momento la conferenza del- le Regioni ha almeno chiuso la parte relativa ai conti economici. Per la Puglia emerge un quadro di luci e ombre, o meglio, una buona notizia e una cattiva. La buona notizia riguarda i dati positivi provenienti dalla mobilità attiva. Si scopre così che anche la sanità pugliese riesce ad attrarre pazienti da altre realtà. I crediti infatti passano da 123 milioni di euro del 2014 a 129 milioni del 2015. Al momento si può dire con certezza che ad attrarre maggiormente pazienti da altre regioni siano stati gli ospedali più grandi, due su tutti: Casa sollievo della sofferenza a San Giovanni Rotondo e Policlinico di Bari. Va aggiunto che, a parte l'istituto di Padre Pio, in generale tutti gli ospedali ecclesiastici hanno ottenuto ottimi risultati. Non a caso la spesa dei cittadini di altre regioni in Puglia sfonda quota 101 milioni di euro nel 2015 (era ferma a 97 milioni l'anno prima e addirittura a 85 milioni nel 2012). L'aumento dei crediti riesce a fermare la corsa dei debiti. La spesa per i ricoveri di pugliesi fuori regione passa da 235 a 234 milioni di euro del 2015. Considerando anche entrate e uscite per le voci di specialistica e farmaceutica, alla fine il saldo nel 2015 migliora di 4 milioni di euro. Il conto è presto fatto: due anni fa la differenza fra i debiti della mobilità passiva ( 309 milioni di euro) e i crediti (123 milioni) ammontava a un saldo negativo di 186 milioni di euro. Ora il saldo è negativo per 182 milioni ( 312 milioni di euro di debiti meno i 129 milioni di crediti ). Fin qui la buona notizia. A preoccupare però è la cavalcata della spesa per rimborsare i ricoveri di pazienti pugliesi fuori regione: nel 2011 abbiamo speso la cifra tonda di 220 milioni di euro, denaro trasferito per la quasi totalità ai sistemi sanitari di Lombardia, Emilia Romagna, Toscana e Lazio. Un anno dopo quella spesa toccava quota 228 milioni. Ma l'anno dei record negativi è stato il 2014 quando la Puglia ha speso per rimborsare le cure dei suoi pazienti la cifra di 235 milioni di euro, scesa a 234 milioni l'anno scorso. Anche la spesa per la specialistica ambulatoriale negli ospedali del Centro-Nord schizza verso l'alto e passa da 43 milioni del 2013 ai 48 del 2015. Qfre che rappresentano tutta la difficoltà del sistema sanitario pugliese alle prese con carenza di personale e chiusure di posti letto. Anche in questo caso non sono ancora noti i motivi per cui i pugliesi vanno fuori. Stando alle prime stime, sono ancora tantissimi quelli che fanno viaggi della speranza (soprattutto in Lombardia) per curare tumori o fare chemio e radioterapia. Tanti però sono pure i pugliesi che vanno nelle Marche o in Campania per curare problemi ortopedici, che si potrebbero risolvere anche negli ospedali della regione. La strada da percorrere per migliorare è ancora tanta. «Da questi dati  conferma il commissario straordinario dell'Ares, Giancarlo Ru-scitti  emerge il quadro di una regione che non riesce ancora a spiegare bene ai pugliesi che possono curarsi qui, dove non mancano né le competenze tecnologiche né quelle professionali. Dobbiamo far capire a tutti che gli ospedali pugliesi sono in grado di dare ottime risposte»