A gennaio i casi di morbillo aumentano del 230%

l ministero della Salute raccomanda di vaccinare i bambini. Picco in Piemonte, Lazio, Lombardia e Toscana

giovedì 16 marzo 2017

MInistero della Salute - Dott-Net

Il temuto ritorno delle vecchie malattie si sta avverando, con un vero e proprio boom di casi: nei primi mesi dell'anno è stato registrato un "preoccupante" - a definirlo cosi è il Ministero della Salute - aumento di morbillo in Italia.    A fronte degli 844 casi segnalati nel 2016, dall'inizio dell'anno sono già stati registrati più di 700 casi, un incremento di oltre il 230% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, in cui se ne erano verificati 220.     Le regioni più colpite sono il Piemonte, il Lazio, la Lombardia e la Toscana. Più della metà dei malati sono fra i 15 e i 39 anni. E' la conseguenza dell'abbandono della vaccinazione da parte di genitori che sempre di più respingono l'offerta vaccinale, nonostante gli allarmi e la mancanza di qualsiasi prova scientifica sui presunti rischi.     Il ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, che rende noti i dati, parla di urgenza: "Serve applicare subito il nuovo piano vaccinale".

E dall'ospedale Bambino Gesù di Roma arriva la conferma di un forte aumento dei ricoveri anche fra i più piccoli, anche con gravi complicanze.     "Avete visto i dati del ministero della Salute sul morbillo? Pazzeschi! - commenta anche Matteo Renzi su Facebook -. Nei primi mesi del 2017 si registra un aumento del 230%. Lo dico da genitore prima che da politico: sui vaccini non si scherza.     Basta polemiche, prendiamo sul serio la scienza. E mettiamo al centro la salute dei nostri figli, non la propaganda".     "Il Ministero attiverà ogni possibile procedura per garantire la piena realizzazione degli obiettivi del recente Piano nazionale di prevenzione vaccinale e per riguadagnare rapidamente le coperture vaccinali che si sono abbassate pericolosamente nel corso degli ultimi anni", avverte il ministro della Salute.   

Il morbillo, secondo i dati Unicef, uccide ogni anno circa 132.000 bambini: 15 all'ora, ogni ora di ogni giorno dell'anno.     Nonostante il Piano di eliminazione della malattia sia partito nel 2005 e la vaccinazione contro il morbillo sia tra quelle fortemente raccomandate e gratuite, nel 2015 la copertura vaccinale nei bambini a 24 mesi (coorte 2013) è stata dell'85,3% (con il valore più basso, pari al 68%, registrato nella PA di Bolzano, e quello più alto in Lombardia, con il 92,3%), ancora lontana dal 95% che è il valore soglia necessario ad arrestare la circolazione del virus nella popolazione, riferisce il ministro.     Il Ministero della Salute è preoccupato anche per i casi "a trasmissione in ambito sanitario e in operatori sanitari". Pochi mesi fa uno studio americano dell'Università della California (Ucla), che ha utilizzato i dati di una grande epidemia di morbillo avvenuta in California intorno al 1990, aveva svelato un volto particolarmente aggressivo del virus, considerato a torto una semplice malattia dell'infanzia.     Il morbillo è infatti più pericoloso di quanto già si sapesse.

Encefaliti croniche e letali dovute a questa patologia sono più frequenti di quanto finora ritenuto, al punto che tra i bimbi che contraggono la malattia sotto i sei mesi possono verificarsi in un caso su 600.     "Se la copertura vaccinale continuerà a calare - spiega Andrea Iacomini, portavoce Unicef Italia - c'è il rischio concreto di tornare a vedere nel nostro paese scene che speravamo di avere scacciato per sempre: famiglie che piangono la scomparsa di un figlio. Non esiste una medicina specifica per combatterlo, e nei bambini più piccoli e con difese immunitarie più fragili, può avere complicanze letali".

L'obiettivo di eradicazione del morbillo dall'Europa doveva essere raggiunto nel 2015, e invece il continente è ancora alle prese con diversi focolai. I radar degli organismi di controllo in particolare sono puntati in questi giorni sulla Romania, dove ci sono stati oltre 3mila casi da febbraio 2016, ma anche l'Italia è finita negli ultimi anni nei 'piani alti' della classifica.    Piu' di un terzo dei casi in Romania, specifica il Centro Europeo di Controllo delle malattie (Ecdc), si e' verificato in bambini sotto i 4 anni, che nel 96% dei casi non erano stati vaccinati. Anche diversi dei 16 decessi registrati si sono verificati in questa fascia d'eta'.

Lo stesso documento di valutazione del rischio pubblicato pochi giorni fa per l'epidemia romena punta il dito anche contro l'Italia, indicata tra i Paesi in cui il tasso di vaccinazione e' troppo basso e che già a gennaio aveva registrato 236 casi contro i 77 dello stesso mese del 2016. "L'Oms ha messo sotto osservazione anche l'Italia ormai da anni - sottolinea Alberto Villani, presidente della Società Italiana di Pediatria -. Questi non sono eventi imprevedibili, sappiamo benissimo che siamo esposti al rischio di epidemie, ma in concreto non si fa nulla". "La situazione è estremamente preoccupante, solo nel nostro ospedale abbiamo diversi bambini sotto l'anno di età ricoverati per il morbillo, e abbiamo avuto addirittura dei lattanti contagiati magari dal fratellino. C'è stato già anche un caso di panencefalite sclerosante, una delle complicanze più gravi della malattia" spiega Villani, che dirige anche il reparto di Malattie Infettive dell'Ospedale Bambino Gesù di Roma.

Attualmente in Europa focolai di morbillo sono presenti anche in Austria e Germania, mentre casi isolati riconducibili al ceppo che sta colpendo in Romania si sono verificati in otto paesi, tra cui anche l'Italia. Per quanto riguarda la copertura vaccinale, segnala sempre l'Ecdc, il nostro paese e la Francia, insieme ad alcuni dei Balcani, sono gli unici paesi in Europa con una copertura della seconda dose inferiore all'84%. "Da noi ancora si disquisisce sull'obbligatorietà delle vaccinazioni per l'iscrizione a scuola, e nel frattempo la situazione peggiora - sottolinea Villani -. Il problema è delle Regioni, che devono sbrigarsi ad attuare il nuovo piano vaccinale".