Medicina, ma non solo: la sindrome del malaffare !

L'Università al centro di selezioni pilotate sin dai giorni caldi della combine a Economia

venerdì 19 dicembre 2014

Mara Chiarelli (Repubblica Bari)

In principio furono i baroni di cardiologia, scandalo che travolse tutta l'Italia, lungo una dorsale di favori intrecciati, cattedre, figli e candidati intimiditi, che partendo da Bari raggiungeva Pisa e Parma. Dieci anni di inchiesta e processo, una cupola che cede sotto il peso del tempo, mentre altre gigantesche storture del sistema dei concorsi universitari mano mano affioravano. Sì, perché la "sindrome del malaffare" non risparmia la gran parte dei settori, a cominciare dai test d'ingresso alle facoltà universitarie, quelle a numero chiuso 
dove la legge impone una regolamentazione, dove I iper una volta almeno dovrebbe vincere la meritocrazia, a quanto pare c'è sempre modo di aggirare l'ostacolo e di trovare l'inganno.

E così fu che nel 2007 a Bari, Foggia, Ancona e Chieti i giovani aspiranti medici e dentisti poterono godere sull'appoggio di due vere e proprie centrali operative, dalle quali partivano via sms le risposte ai quesiti ministeriali. Personaggio chiave della vicenda, smontata dalla guardia di finanza, fu il professor Marcantonio Pollice, che nel dicembre 2011 ha patteggiato una condanna a un anno e otto mesi di carcere, riparando al danno d'immagine per l'Università barese con 15mila euro.

Come lui altre 32 persone, mentre il processo che si svolge con il rito ordinario è ancora in corso. Esami a luci rosse furono invece quelli scoperti alla facoltà di Economia e commercio, dove il ruolo di interprete principale fu assunto dal professor Massimo Del Vecchio: ««Il professore ha raccontato di recente in udienza una ex studentessa mi chiese di aprirmi di sbottonarmi un po'. Solo così avrei potuto superare l'esame».

Perché al centro del processo, nato dall'indagine che nel 2008 portò a sei arresti con un vero e proprio terremoto nel mondo accademico barese, c'è il presunto giro di denaro, messo in piedi per lucrare sugli esami, ma ci sono anche le avances sessuali che le studentesse avrebbero subito. Le indagini dei carabinieri accertarono l'esistenza di un vero e proprio tariffario: cifre che oscillavano tra i 700 euro per quelli più semplici ai tremila per quelli ritenuti più difficili. Le vittime erano studenti italiani fuori sede e studenti greci, cioè coloro che incontravano maggiori difficoltà nel sostenere le prove. «Allora, 2.500 per l'esame di matematica. Poi per le altre materie mille euro soltanto. A parte diritto commerciale, quello facciamo mille e cinquecento» dice Massimo Del Vecchio in una delle conversazioni intercettate.

Emblematico il caso di un ragazzo che fu costretto a sborsare 15 mila euro: pacchetto unico per superare una serie di prove. Ci sono poi le inchieste su altre facoltà universitarie e altre cricche di professionisti, in una sorta di modus operandi standard, che difficilmente riesce ancora a sorprendere. Stupisce, invece, il giro di tangenti scoperto dai finanzieri del Nucleo di polizia tributaria nel cuore dello stesso Corpo. E cioè durante lo svolgimento del concorso per posto di maresciallo della guardia di finanza.

Nell'informativa finale, depositata in Procura, gli investigatori elencano 50 casi, 50 persone che avrebbero pagato pur di passare la selezione, e pur consapevoli di rischiare un'accusa di corruzione. Anche in questo caso, era stato istituito il tariffario illecito: per ottenere un risultato positivo ai test a risposta multipla l'importo da pagare era di tre mila euro. Ma per vincere il concorso, non potevano bastare: 30 mila euro e sarai finanziere a vita