Puglia, fallita riconversione ospedali Mmg scrivono a governatore

Intervista al dott. Filippo Anelli - Segretario Regionale FIMMG

martedì 21 giugno 2016

Doctor 33

«Quando furono chiusi i piccoli ospedali a noi pugliesi fu detto che sarebbero state offerte prestazioni più mirate sulla popolazione, ad oggi non sono state erogate risorse per i cittadini». Filippo Anelli segretario Fimmg pugliese parla all'indomani della lettera scritta da sette medici di Casamassima al governatore e al direttore generale dell'Asl Vito Montanaro. Casamassima è un paese vicino Bari dove medici di famiglia di buona volontà da otto anni attendono di trasformare l'ospedale chiuso in un centro polifunzionale, che poi sarebbe l'antesignano in versione pugliese della casa della salute. Di centri polifunzionali ne sono stati aperti uno a provincia (o se si vuole per Asl), ma dovrebbero essere oggi uno per distretto, visti anche gli ospedali chiusi in questi anni. Invece è stallo, e il motivo sta nella carenza di risorse.

Spiega Anelli: «I CPT sono previsti dall'accordo regionale di sei anni fa, dovevano garantire assistenza H-12 dei medici di famiglia, che in cambio dell'adesione a tutti i progetti regionali e all'informatizzazione "spinta" pro-medicina d'iniziativa (da realizzare innanzi tutto attraverso ambulatori per patologia) avrebbero preso 18 euro a cittadino l'anno. Ma i soldi sono presto finiti, a Bari ci sono 10 potenziali centri polifunzionali, abbiamo chiesto anche la settimana scorsa alla Regione, presente il coordinatore Sisac Vincenzo Pomo, di affrontare il problema, e abbiamo ottenuto una disponibilità a una accelerazione». Accelerazione che diventa importante con l'approssimarsi della firma della nuova convenzione, che per ora sulla carta non prevede più particolari gratificazioni per chi aderisce a una casa della salute o a un'Unità complessa di cure primarie. «Ma la convenzione sottolinea che manterrà i livelli retributivi attuali a tutti i medici che si sono spesi per costruire un'assistenza diversa impiegando personale e mezzi, e mettendosi in gruppo. Il problema - sottolinea Anelli - non è solo economico. E' anche di qualità dell'assistenza. Bene o male su 3300 medici di famiglia in regione abbiamo 2500 collaboratori, due ogni tre mmg; il problema sono gli infermieri per gli ambulatori per patologia, il case management, l'assistenza integrata. Non se ne trovano, e la bozza di convenzione che la Sisac ha presentato non ci aiuta, ho avuto modo di spiegarlo a Pomo: a parte il fatto che è prevista la firma a "isorisorse", senza una lira in più spesa dal servizio sanitario, le parole spese per Aft e Uccp cristallizzano l'esistente, e cioè non ipotizzano nuovi servizi sul territorio né la possibilità, preclusa dal Mef, di riportare eventuali risparmi ottenuti nella spesa ospedaliera sull'assistenza territoriale. Né si tracciano strade per vincolare gli orari del personale agli impegni del medico di medicina generale con i suoi pazienti. Insomma, il rilancio è lontano».

Paradossalmente, a livello pugliese potrebbe prospettarsi una schiarita: «Di centri polifunzionali con i direttori generali delle Asl parliamo anche questa settimana, è possibile che con una corretta programmazione a poco a poco ne aprano altri per l'assistenza H12, ma investimenti in dotazione, spirometria per il rilevamento della Bpco, ecg, non sembrano servizi che stanno per passare "a regime". Un'ultima battuta per la distribuzione diretta dei farmaci: «Nei presidi polifunzionali? In realtà prima occorre realizzare questa assistenza coinvolgendo tutti i distretti e le farmacie nella distribuzione per conto, la nostra regione non ha mutuato i modelli virtuosi di altri e ora affronta diseconomie da 20 milioni annui di euro sul capitolo medicine. Asl e ospedale comprano troppo poco, mentre i pazienti se ricoverati sono spesso costretti a portarsi i medicinali da casa».


Mauro Miserendino