La nuova governance di Fiaso/ FnomCeo: «Per i medici un modello di autonomia e responsabilità»

Anelli: Valorizzare i medici con funzioni già acquisite di responsabilità e creare nuove figure di medici con competenze gestionali

mercoledì 21 marzo 2018

Sole 24 Ore Sanita

La proposta Fiaso per una nuova governance del Servizio sanitario nazionale, che affianchi alla figura del Dg strutture di condivisione e collegialità, è sicuramente un primo passo verso un sistema che deve affidare ai professionisti responsabilità sempre maggiori anche sul piano gestionale. 
Oggi le esigenze prioritarie del sistema sembrano essere la ricerca dell’efficienza, il perseguimento del pareggio di bilancio, il contenimento dei costi di gestione. Questa visione aziendalistica sta condizionando lo stesso diritto alla salute dei cittadini, compromettendo l'efficacia del Servizio Sanitario Nazionale, cioè il raggiungimento di obiettivi di salute. Per i professionisti della salute, invece, l'efficacia rimane l'unica finalità delle loro azioni. Oggi il sistema vede i manager sanitari subordinati al volere della "politica", che condiziona le loro scelte e li orienta prioritariamente verso obiettivi economicistici. Questo crea una consequenziale frattura con la professione medica, che si sente limitata, condizionata, tradita nella sua mission e nel suo ruolo a tutela della salute pubblica. 
La collegialità, la condivisione, potrebbe essere una soluzione, a patto che i professionisti della salute possano in qualche maniera invertire il processo di gestione, ossia mettere al primo posto gli obiettivi di salute, stimare i costi per poterli garantire e avere voce in capitolo sullo stanziamento e la destinazione dei fondi. 
Valorizzare i medici con funzioni già acquisite di responsabilità e creare nuove figure di medici con competenze gestionali e di governance mi pare un utile un cambio di passo. Se i professionisti della salute devono prioritariamente garantire gli obiettivi di salute, allora devono essere messi nella condizione di poter gestire le risorse per la loro definizione ed la loro realizzazione, restando prima di tutto medici. Quello a cui pensiamo è un modello che garantisca l'autonomia e la responsabilità professionale, sviluppato su un piano orizzontale, in grado di valorizzare le competenze e le capacità professionali anche ai fini del contenimento dei costi. Invece, un middle management che continui sulla strada già intrapresa non può che rafforzare l'attuale assetto gestionale, che ha smarrito il senso etico di azienda speciale, ove i medici e i professionisti della salute sono stati assimilati a “macchine banali”, sono considerati solo uno dei tanti elementi del ciclo di produzione. E questo, ovviamente, non ci sta bene.
Occorrono innovazioni gestionali che siano prima di tutto clinico – assistenziali: nel disegnarle e proporle il medico può e deve avere un ruolo fondamentale. 
Il medico fonda tutta la sua attività sul rapporto di fiducia che lo lega al paziente, sulla relazione di cura che si crea dall’incontro tra la libertà di scelta e autodeterminazione del cittadino e la libertà, l’indipendenza, l’autonomia, la responsabilità del medico stesso. Anche all’interno dei sistemi sanitari, il ruolo del medico non può che essere basato su un modello che garantisca la sua autonomia nelle scelte professionali e la sua indipendenza nel perseguire la tutela del diritto alla salute. 
Oggi, invece, il medico è considerato un semplice dipendente piuttosto che un professionista che opera nel Ssn. Per le aziende non è altro che uno dei tanti fattori produttivi di un modello organizzativo rimasto l’ultima espressione di fordismo, almeno in Italia. Occorre invece ridisegnare il ruolo del medico nel SSN, tenendo in debito conto la valenza sociale della professione e prevedendo un ragionamento a tutto campo che non escluda, se necessaria, una modifica del suo stato giuridico.