Otto ospedali chiusi via libera al piano "Solo riconversioni"

La manovra in giunta. Salvata la struttura di Lucera Invariati i posti letto. La difesa del governatore

martedì 01 marzo 2016

Repubblica Bari

CASSANO

 OTTO ospedali chiusi, uno "salvato", altri tre non declassati e due sdoppiamenti, oltre a una riorganizzazione di tutto il sistema ospedaliero. Questi i punti principali del piano di riordino sanitario firmato Emiliano-Gorgoni. Un piano dal parto travagliato. Non a caso il testo ufficiale della delibera verrà pubblicato solo oggi sul sito del segretariato della Regione. Il motivo è nelle consistenti modifiche presentate in giunta. Alla fine emerge la più grande operazione di riforma della rete ospedaliera pugliese dall'epoca del primo piano di rientro della giunta Vendola, nel 2012. E, come si dice in questi casi, i numeri parlano da soli. Loperazione di riordino - è scritto in una nota messa a punto a fine serata - non taglia i posti letto, (13mila al 21 gennaio scorso), redistribuendoli tra hub, ospedali di primo livello e di base. La prima novità è nelle chiusure, o riconversioni. Non più 9, come previsto inizialmente, ma 8. Gli ospedali "riconvertiti" saranno quelli di Triggiano e Terlizzi nell' Asl Bari, Mesagne, San Pietro Vernotico e Fasano nell'Asl Brindisi, Grottaglie nell'Asl tarantina, Canosa e Trani nell'Asl Bat. Non saranno più ospedali, ma diventeranno strutture territoriali, riabilitative e di supporto in post acuzie. La prima bozza prevedeva anche la chiusura del Lastaria di Lucera che però diventerà l'unico ospedale "di area disagiata" della Puglia, una fattispecie prevista dal decreto ministeriale 70. Ma la riorganizzazione sarà totale. Gli hub, o di secondo livello, saranno gli ospedali più importanti per numeri e dimensioni. Si tratta dei due Policlinici di Bari e Foggia, del Santissima Annunziata di Taranto (di secondo livello solo insieme all'ormai ex ospedale di Grottaglie e al Moscati di Taranto), del Perrino di Brindisi e del Vito Fazzi di Lecce. Subito dopo i S hub, per ordine di importanza ci saranno gli undici ospedali di primo livello, ovvero quelli dotati di rianimazione, cardiochirurgia con Utic, ortopedia con traumatologia e punto nascita. Nel primo schema erano previsti 9 ospedali di primo livello. Dopo la discussione in giunta diventano 11. Succede che le strutture di San Severo e Cerignola, inizialmente classificati come ospedali di base, vengono "promossi" e rientrano nella serie maggiore insieme a quelle di Andria, Barletta, Di Venere e San Paolo, Altamura, Castellaneta, Francavilla Fontana, Scorrano (anche questa inizialmente prevista come struttura di base) e Gallipoli. Quest'ultimo fino ad ora era unito alla struttura di Casarano, che ora diventa ospedale di base. Stessa metamorfosi subiscono i due ospedali di Copertino e Galatina: prima uniti in un primo livello e ora trasformati in due ospedali di base insieme alle strutture di Manfredonia, Corato (che perde l'ostetricia), Molfetta, Monopoli, Putignano, Ostuni, Manduria e Martina Franca. Con lo stesso provvedimento parte anche il potenziamento della rete territoriale grazie allo stanziamento di 404 milioni di euro di fondi Fesr, ufficializzato nei giorni scorsi. «Non ci sono stati tagli di nessun tipo - chiarisce il presidente Emiliano al termine della giunta - nè chiusure, ma riconversioni. Abbiamo dato vita alla più grande procedura di consultazione che sia mai stata effettuata in Puglia». Poi apre a eventuali future modifiche: «Questa non è una sentenza che passa in giudicato. Se dovessimo riscontrare cose che non vanno, il provvedimento può essere modificato». Prima di essere inviata a Roma per l'ultima valutazione, la delibera regolamentare verrà discussa dal consiglio regionale che dovrà esprimere un parere non vincolante. «Ma - commenta il governatore - sarà un parere molto autorevole».