Medicina generale, Scotti e Anelli: rischio default dal 2021

Aumentare subito il numero delle borse per il corso di formazione specifica

mercoledì 24 maggio 2017

«Se non si corre al più presto ai ripari, in Medicina generale rischiamo il default». Il grido d'allarme degli Mmg risuona ormai da anni, ma ora si è fatto se possibile ancora più intenso. «Tra sottostima del numero delle borse a disposizione per i corsi post laurea e graduale pensionamento dei colleghi, a partire dal 2021 il quadro diventerà drammatico», spiega Filippo Anelli, delegato Fnomceo all'incontro sui fabbisogni del 18 maggio con Miur, Regioni e ministero della Salute. E continua: «L'emergenza in Medicina generale è in parte sovrapponibile a quella dei medici ospedalieri, che tra i pluriennali blocchi del turn over e la massiccia messa in quiescenza sconteranno sempre più gli effetti del vuoto formativo tra le nuove leve e i colleghi più anziani. La Medicina generale potrà salvarsi ancora per qualche anno solo aumentando il massimale e l'ottimale, ma in assenza di soluzioni tempestive declinerà, proprio in una fase in cui il riordino dell'assistenza sul territorio è diventato cruciale. Eppure, stimare il fabbisogno reale non è certo impossibile, se si parte dal dato di un Mmg ogni mille pazienti e di un medico della continuità assistenziale ogni 5mila. Ma proprio quest'ultimo comparto è destinato a scomparire per primo». «Va aumentato da subito e in modo consistente - afferma il segretario nazionale della Fimmg Silvestro Scotti - il numero delle borse per il corso di formazione specifica in Medicina generale». Le richieste della Fimmg potrebbero arrivare al raddoppio, tenendo conto di alcune variabili come la - eternamente rinviata ma sempre più pressante Convenzione per la Medicina generale, l'eventuale aumento dei massimali e la doppia partita vaccinazioni e cronicità. Ma c'è anche un problema di programmazione: un dossier messo a punto dalla Fimmg conferma come «un'adeguata programmazione del numero di borse messe a concorso dalle Regioni (1.027 nel 2015-2018 e 982 nel 20162019) determinerà un ricambio generazionale che appare in prospettiva largamente insufficiente a coprire le carenze create dai pensionamenti per la scarsità di medici aventi titolo all'accesso alla Medicina generale».

 

Fonte Il Sole 24 Ore Sanità