“Vuoi l’accredito? Paga la tangente” adesso è caccia alle altre vittime

Dirigente Asl preso con la busta in mano Alla titolare di un laboratorio d’analisi ha chiesto 50mila: “Pagabili a rate”

mercoledì 17 settembre 2014

GABRIELLA DE MATTEIS  (Repubblica Bari)

PICCIARIELLO, un passato in politica come presidente del consiglio comunale di Bitonto (in quota Udeur), da lunedì sera è nel carcere di Trani, accusato di concussione, di aver chiesto una tangente alla proprietaria di un laboratorio di analisi di Bari. Agli atti dell’inchiesta ci sono intercettazioni telefoniche e ambientali, il risultato di pedinamenti e c’è la denuncia della vittima.

Tutto comincia, secondo la ricostruzione del procuratore aggiunto Giorgio Lino Bruno e del sostituto Luciana Silvestris, con una visita ispettiva che Picciariello compie nella struttura sanitaria dell’imprenditrice. In ballo c’è la verifica dei requisiti per la conferma dell’accreditamento. Parlando con la proprietaria del laboratorio, il dirigente medico fa riferimento all’esistenza di presunte irregolarità che avrebbero impedito, a suo dire, alla Asl di procedere nuovamente all’accreditamento della struttura sanitaria.

Alla fine Picciariello lascia intendere che per sanare la situazione, l’imprenditrice avrebbe dovuto pagare una tangente: cinquantamila euro da versare in più tranche. La donna finge di cedere alla richiesta, nel frattempo, però, formalizza una denuncia. Partono, così, le indagini. Gli uomini del nucleo di polizia tributaria delle fiamme gialle intercettano il telefono di Picciariello, documentano i contatti per il pagamento della prima tranche della tangente. Pedinano e fotografano il dirigente medico.

È una inchiesta lampo che si chiude in una settimana. L’appuntamento per la consegna di una prima parte della somma di denaro è in uno studio che la donna ha a Molfetta. I militari delle fiamme hanno piazzato una telecamera nascosta: la vittima consegna a Picciariello una busta gialla. Lui la apre, sfoglia le banconote strette con elastico, come se volesse accertarsi della quantità di denaro. Poi dopo un brevissimo colloquio, saluta e va via. Non sa che fuori ad attenderlo ci sono gli uomini del nucleo di polizia tributaria. L’arresto è inevitabile.

Picciariello, difeso dall’avvocato Vittorio De Michele, viene portato nel carcere di Trani dove nelle prossime sarà interrogato. Al giudice dovrà spiegare la sua verità. Il fascicolo potrebbe passare alla procura di Trani perché il reato, la consegna di denaro, è avvenuto a Molfetta (che ricade nel territorio dell’autorità giudiziaria del nord barese). Ma le indagini non sono concluse.

Prima di tutto perché la guardia di finanza non esclude l’esistenza di altri casi (Picciariello potrebbe aver chiesto anche ad altri imprenditori il pagamento di tangenti) e perché l’arresto del dirigente Asl fa parte di una indagine molto più ampia e complessa.