FIMMG, FIMP e SUMAI: Pronti a stato di agitazione e sciopero.

Il patto delle tre sigle in un incontro dei tre sindacati in occasione di un incontro con TDM-CittadinanzaAttiva

lunedì 10 luglio 2017

FIMMG, FIMP e SUMAI sono pronte a intraprendere azioni sindacali, dallo stato di agitazione allo sciopero, per mettere la politica di fronte alle proprie responsabilità nell’interesse non solo della categoria ma anche e soprattutto dei cittadini.


E' quanto è stato stabilito ieri a Roma dagli esecutivi dei tre sindacati in occasione di un incontro con TDM-CittadinanzaAttiva e con i rappresentanti dei partiti responsabili delle politiche sanitarie e sociali organizzato per sottolineare il ritardo della Conferenza delle Regioni e del Comitato di Settore a formulare un nuovo atto di indirizzo necessario per riavviare la trattativa per i rinnovi economici e normativi degli AA.CC.NN dell’area convenzionata.


“E’ chiaro ormai – sottolinea Antonio Magi, segretario nazionale del Sumai Assoprof – che la medicina convenzionata è diventata la 'Cenerentola' del sistema e rappresenta l’unica categoria il cui rinnovo convenzionale è fermo al 2010 non avendo neppure usufruito in questi anni della vacatio contrattuale, prerogativa esclusiva della dipendenza”.


“Riproporremo a livello periferico il modello di coinvolgimento dei cittadini fin qui portato avanti a livello nazionale – evidenzia il presidente nazionale della FIMP Giampietro Chiamenti – e organizzeremo campagne informative per e con i cittadini”.


"Nelle prossime settimane – specifica Silvestro Scotti, segretario nazionale della FIMMG - proverò a coinvolgere gli altri sindacati della medicina generale nella necessità di un’azione unitaria che si concretizzi anche nella disponibilità, qualora qualcosa si sbloccasse a riprendere la trattativa in un unico tavolo, quale ulteriore segno che Fimmg vuole fare presto e bene e insieme a tutti."
Produttivo il confronto con i parlamentari presenti.


Edmondo Cirielli, Fratelli d’Italia, ha sostenuto che la sanità deve rientrare in capo allo Stato centrale. Le Regioni hanno fallito e il livello di assistenza è assolutamente squilibrato tra regioni del Nord e regioni del Sud. Ha inoltre manifestato completa adesione alle azioni che i sindacati vorranno mettere in campo.
A fare da eco sulle responsabilità delle Regioni, Federico Gelli responsabile salute del Pd, il quale ha ribadito che i soldi per il rinnovo della Convenzione ci sono e se il problema è politico sarà necessario fare una forzatura politica nei confronti di alcune Regioni.


Tra gli intervenuti Giovanni Monchiero, capogruppo di Civici e innovatori, che ha sottolineato la necessità di procedere nella prossima legislatura ad una revisione del D. Lgs 502/92, aggiungendo che sarebbe positivo se i sindacati facessero delle loro proposte sull’aspetto giuridico formale.


Tonino Aceti, coordinatore nazionale del Tribunale per i diritti del Malato di Cittadinanzattiva, ha ricordato come nel rendiconto generale dello stato rilasciato dalla Corte dei Conti nei giorni scorsi, il Ssn ha complessivamente un avanzo di 312 milioni di euro, dunque apparentemente non è più un problema di risorse. Ha lanciato infine la proposta di una Conferenza nazionale delle cure primarie per conoscere qual è la strategia di questo paese sul modello di assistenza socio sanitaria territoriale perché in questo momento non è evidente.