Aumentano le aggressioni ai medici: Scotti attentato alla costituzione

Evitare polemiche strumentali e attenuanti strutturali:

martedì 16 giugno 2015

Dott-net Omceo Napoli

Per Silvestro Scotti presidente dell'Ordine dei medici di Napoli e vice segretario della Fimmg: «Non ci sono aggressioni che possono essere giustificate. Chi aggredisce un medico commette anche un reato contro la Costituzione» 

«Noto con piacere che in queste ore si sono susseguiti messaggi di solidarietànei confronti dei colleghi brutalmente aggrediti al Cardarelli, mentre cercavano di svolgere il proprio lavoro. Mai come oggi la categoria deve affermare il proprio ruolo nella societàcivile, che non è quello di curare la struttura o l'organizzazione, ma curare i pazienti. Solo cosìsi potrà rinsaldare quel patto di fiducia che tra medico e paziente non deve mai venire meno». Silvestro Scotti, presidente dell’Ordine dei Medici di Napoli, chiama idealmente a raccolta i camici bianchi in una fase che, mai come ora, pare critica per quanti hanno fatto dell’assistenza una ragione di vita. 

Con la stessa decisione il presidente dell’Ordine dei Medici di Napoli lancia peròun avvertimento: «Non strumentalizzate le aggressioni –dice –al fine di vincere battaglie personali riferite alla governance, per questo ci sono altre sedi ben più opportune». In modo particolare Silvestro Scotti si rivolge a quanti stanno spostando l’attenzione verso le carenze strutturali, di organizzazione o di organico del Cardarelli e di tutti gli altri ospedali e presidi interessati da queste «spregevoli aggressioni».      

«Picchiare un medico che sta cercando di curare il proprio paziente è un attentato alla Costituzione –sottolinea Scotti -, una vera e propria aggressione a quell’Articolo 32 che “tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività", tutela che si esplicita anche nella fragilità del medico, che quando cura non si domanda se lo fa in strutture adeguatamente organizzate. Contro chi aggredisce un medico non ci sono ragioni o attenuanti che tengano. La carenza del personale, le attese a causa del sovraffollamento, nulla di tutto questo può rendere meno odiose queste aggressioni.

E quanti dimenticano questo, soprattutto “gli addetti ai lavori”, devono rendersi conto che le parole hanno un peso e possono anche piombare addosso ai colleghi medici come macigni. Non ci sono scuse –conclude Scotti –chi aggredisce un medico nell’esercizio della professione si rende colpevole di un gesto gravissimo e forse è  arrivato il momento che anche il Legislatore e conseguentemente i magistrati operino perchési consideri l'aggressione ad un medico come un reato contro i diritti costituzionali. Attenzione a non far passare le carenze del Sistema Sanitario quasi come attenuanti nei confronti di chi èabituato alla violenza. Agire sulle carenze sono una soluzione che può ridurre il fenomeno non eliminarlo fintanto che chi ne ha la responsabilità non si rende conto che va recuperato nella considerazione dei cittadini il valore sociale, civile e morale della classe medica».