Aggressioni ai sanitari. L’OMCeO chiede sicurezza e condizioni di lavoro dignitose

A seguito dell’ennesimo episodio di aggressione avvenuto in neurologia Policlinico ai danni del personale sanitario

martedì 08 aprile 2014

A seguito dell’ennesimo episodio di aggressione avvenuto al Policlinico ai danni del personale sanitario nella notte tra domenica e lunedì, l’Ordine dei Medici di Bari rinnova l’appello agli amministratori affinché vengano rispristinate condizioni di lavoro che garantiscano la sicurezza dei medici e degli altri operatori.

8 Aprile 2014. A seguito dell’ennesimo episodio di aggressione avvenuto al Policlinico ai danni del personale sanitario nella notte tra domenica e lunedì, che ha interessato questa volta il reparto di Neurologia, l’Ordine dei Medici di Bari rinnova l’appello agli amministratori affinché vengano rispristinate condizioni di lavoro che garantiscano la sicurezza dei medici e degli altri operatori.

L’ultimo episodio è emblematico della situazione in cui versa il sistema sanitario nel nostro territorio: una struttura, quella di neurologia, che ospita 25 pazienti e domenica notte era presidiata solo da un medico – una giovane specializzanda – un infermiere e un ausiliario.

Ritornano gli stessi elementi: reparti in condizioni fantiscenti, come documentato dalle foto apparse sulla stampa nei giorni scorsi, carenza di personale, assenza di sorveglianza. È vero che – come sottolinea il Direttore Generale Dattoli – l’ospedale non può essere militarizzato. Ma i presidi e la sorveglianza sono solo uno degli aspetti del problema.

La sicurezza degli operatori, non ci stancheremo mai di ripeterlo, deve partire da condizioni di lavoro dignitose, ambienti decorosi, presenza adeguata di personale, rispetto della professionalità dei medici.

Non c’è sicurezza se non garantiamo gli standard minimi di personale all’interno dei reparti. Se non restituiamo al lavoro delle centinaia di medici che operano quotidianamente con passione all’interno delle strutture sanitarie, tra mille difficoltà, quella dignità che la loro professione e il loro impegno meritano.

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