Farmaci generici e corsi peri medici piano della Regione per tagliare la spesa

Sanità Troppi farmaci griffati tagli per cento milioni il piano della Regione

domenica 31 gennaio 2016

Repubblica Bari ANTONELLO CASSANO
Sanità Troppi farmaci griffati tagli per cento milioni il piano della Regione Puntare sui generici con corsi per i medici di base E più distribuzione diretta, ma Federfarma è contraria  Risparmiare 100 milioni di euro dalla spesa farmaceutica, aumentando l'uso di equivalenti e biosimilari, ma anche a costo di privare i farmacisti di alcuni margini di guadagno nella vendita di farmaci. La Regione si prepara ad affrontare la sfida per migliorare uno dei punti deboli del suo sistema sanitario. L'ultimo rapporto relativo al periodo gennaio-settembre 2015, pubblicato due giorni fa dall'Aifa, conferma l'eccesso di spesa farmaceutica ospedaliera e territoriale in Puglia. Ora però l'assessorato regionale alla Sanità sta mettendo a punto un piano che prevede tre linee di intervento per un risparmio totale entro fine anno di circa 100 milioni di euro. La prima delle tre linee di intervento ( studiate in questi giorni dal direttore di dipartimento Salute, Giovanni Gorgoni) prevede un maggiore utilizzo di farmaci equivalenti e biosimilari. Gli equivalenti sono medicinali che hanno la stessa composizione qualitativa e quantitativa del medicinale di riferimento, mentre i biosimilari sono farmaci biologici il cui brevetto è scaduto. Tutto chiaro? Non tanto, visto che i pugliesi continuano a essere diffidenti verso questo tipo di farmaci, preferendogli quelli griffati. Preferenze che costano. Da gennaio a settembre del 2015 in tutta la Puglia sono stati spesi 58 milioni di euro per coprire la differenza tra farmaci equivalenti e quelli di marca e i costi non fanno che aumentare. L'intenzione della Regione è di invertire questa tendenza. Per farlo è necessario sviluppare anche la seconda linea di intervento, ovvero quella che incide sui medici di base. Saranno infatti rivolti a loro i corsi di formazione organizzati da Regione e Asl per migliorare l'appropriatezza prescrittiva. Va detto che il problema ha anche risvolti culturali, visto che i pugliesi abusano di farmaci, soprattutto antibiotici. E poi c'è la terza linea di intervento, quella che dovrebbe essere la più contrastata, soprattutto dai farmacisti. L'intenzione dell'assessorato è di rinegoziare l'accordo Pht con Federfarma. Il punto da rinegoziare riguarda la distribuzione di farmaci ai pazienti entro i 30 giorni dalla dimissione ospedaliera. Si punta ad aumentare la distribuzione direttamente in presidio ospedaliero, senza passare dalle varie farmacie, ottenendo un risparmio del 50 per cento sulla distribuzione. Su questo punto si intravedono i primi distinguo: «Non vedo perché si debba spostare la distribuzione dei farmaci  contesta Giuseppe Palatella, presidente di Federfarma Bari  oltre tutto non si tratta della causa principale della spesa farmaceutica». Sulla stessa linea Luigi D'Ambrosio Lettieri, presidente dell'Ordine dei farmacisti di Bari e Bat: «Non si può ridurre tutto alla rinegoziazione». Il presidente dell'Ordine dei medici di Bari, Filippo Anelli, si dice disponibile al confronto con la Regione e si concentra invece sulle cause dell'alta spesa farmaceutica: «I farmaci prescritti oggi ai cittadini pugliesi sono in buona parte rimborsati. Se dovessimo aumentare il livello di appropriatezza delle prescrizioni, il costo dei farmaci peserebbe sulle tasche dei cittadini».