Ticket di due euro a prenotazione code da incubo, rivolta al cup

Affluenza raddoppiata, disagi e attese enormi per gli utenti, ma anche insulti e minacce al personale

lunedì 02 marzo 2015

Antonello Cassano (La Gazzetta del Mezzogiorno)

Nulla di nuovo se si parla di cup, i centri unici di prenotazione per esami e visite, da sempre luoghi affollati. Ma c'è una data che ha fatto letteralmente saltare il banco. È il 2 settembre 2014. Quel giorno in tutta la Puglia è entrato in vigore il ticket da 2 euro per prenotare visite ed esami nelle farmacie. Una mini tassa che non è piaciuta ai pugliesi. Da allora gran parte dell'utenza si è riversata in massa nei cup. Al centro di prenotazione del Policlinico ( dotato di ben 12 sportelli ) l'afflusso è schizzato verso l'alto.

Sanità Ticket per le prenotazioni disertate le farmacie code da incubo al cup L'imposizione di due euro disposta dalla Regione spinge la gente a rivolgersi ai centri pubblici. Ed è caos  « Un rialzo enorme - dicono gli operatori - non riusciamo più a chiudere cassa prima delle 14. La gente ri-maneinostaggioquidentrofinoaquell'ora». Nel cup dell'Asl Bari in via Crisanzio, invece, gli sportelli sono due. Qui l'affluenza è passata da 150 a 300 persone al giorno. Tanta gente che arriva anche da Sannicandro e Adelfia, oltre che dal S an Paolo e da Enziteto. «Anche perché - dicono gli operatori - di fronte al poliambulatorio che ospita il Cup c'è uno dei mercati coperti (via Nicolai) più economici della città.
 La gente viene prima da noi, prende il numerino e poi, nell'attesa, va a fare la spesa». Qui nei giorni scorsi è stato ridotto l'orario di apertura di un'ora (alle Ile 30). «Ma chiudiamo sempre alle due del pomeriggio». La situazione non cambia nel cup di via Federico Vecchio. Anche qui l'utenza è raddoppiataesiviaggiaattorno alle 300 persone al giorno. Numeri inferiori solo nel centro di prenotazione in piazza Chiurlia e nelle sedi distaccate come quella della casa della salute alSan Paolo o a Santo Spirito.

Ma la disperazione dei dipendenti è uguale dappertutto: «Siamo pochi e la gente ci insulta dalla mattina alla sera - dice un'operatrice del cup in via Crisanzio - non possiamo neanche andare in bagno, perché veniamo assaliti da richieste e imprecazioni della gente. Non abbiamo il tempo di prendere un caffè». E la vigilanza? «Sembra che in alcuni casi non serva a nulla - dice un altro operatore in un cup fuori dal centro città - guardano e aspettano, forse hanno paura delle reazioni del quartiere».In-tanto al Policlinico i 12 sportelli del cup raramente sono tutti aperti.

Malattie e permessi per la 104 falcidiano le presenze al lavoro. «A tutto questo bisogna aggiungere la rabbia dell'utente costretto a fare 2-3 ore di attesa. Ma quando alla gente dici che per fare una risonanza bisogna aspettare un anno, è chiaro che scattano meccanismo di violenza verbale. Qualche volta abbiamo sfiorato l'aggressione. La gente è esasperata».  

E i pagamenti on line, o la dematerializzazione delle ricette? A Milano basta un click da casa per pagare il ticket, ma qui non siamo in Lombardia o in Toscana.
Solo al Policlinico c'è una corsia preferenziale per pagare allo sportello con bancomat e carte di credito e c'è un totem al centro del corridoio Alpi. Per i cup dell'Asl barese, invece, come del resto nella maggior parte dei cup pugliesi, l'era dei Pos non è ancora arrivata.

Al poliambulatorio in via Crisanzio «lo stanno predisponendo», ma bisogna considerare anche l'alto numero di esenzioni. In via Federco Vecchio è stato montato il totem, ma non è mai entrato in funzione. «Eppure la soluzione per ridurre l'enorme afflusso nei cup è proprio quella dei pagamenti on line, dei Pos e della dematerializzazione delle ricette - conferma il direttore generale dell'Asl barese, Vito Montanaro - nei prossimi giorni abbiamo un appuntamento col nostro cassiere, la Banca Popolare di Bari, con la quale vogliamo sviluppare un sistema dematerializzato di pagamento»