FNOMCeO, parla Filippo Anelli: «Libertà, autonomia e indipendenza, questa la rotta da seguire»

Dare di nuovo dignità alla figura del medico per combattere le troppe aggressioni e incentivare una buona comunicazione con il paziente.

lunedì 22 gennaio 2018

Sanita informazione
Dare di nuovo dignità alla figura del medico per combattere le troppe aggressioni e incentivare una buona comunicazione con il paziente. Liberalizzare il sistema della formazione per superare l’imbuto formativo. Così riassume il suo programma Filippo Anelli in vista delle elezioni FNOMCeO. E sul ‘caso Chersevani’ commenta…

di Cesare Buquicchio


Medico di Medicina generale, Presidente dell’Ordine dei Medici di Bari dal 2012, Presidente del Fondo Sanitario Integrativo del Servizio Sanitario Nazionale e Vice-Presidente di ‘Salutemia’, Società di Mutuo Soccorso dei Medici e degli Odontoiatri. Questo il profilo di Filippo Anelli, candidato alla guida della FNOMCeO su proposta di Silvestro Scotti, Presidente dell’OMCeO di Napoli e Segretario Nazionale Fimmg. Le sorti della Federazione si decideranno il 20, 21 e 22 gennaio quando si voterà per il rinnovo delle cariche. Intanto, a poche ore dall’apertura del seggio, Sanità Informazione l’ha intervistato.

Lei ha presentato la sua proposta per guidare la FNOMCeO, quali sono le priorità secondo lei per i medici in Italia?

«Le priorità sono quelle di provare a rimuovere questo senso di disagio che oggi emerge da più parti e che è correlato al fatto che molto spesso si prediligono quelli che sono gli obiettivi di carattere economicistico rispetto a quelli che sono clinici o assistenziali e che interferiscono – in maniera talvolta preponderante – sullo stesso esercizio professionale. Questa interferenza talvolta altera quel rapporto di fiducia che dovrebbe caratterizzare l’essere medico e la comunicazione tra il sanitario e il cittadino».

Lei ha parlato di disagio: una  nota dolente che affligge tutta la categoria è la situazione del contratto. Con la Legge di Bilancio – secondo i sindacati – la politica non ha mantenuto le promesse; lei cosa ne pensa?

«Siamo l’ultimo settore a cui non è stato ancora rinnovato il contratto con gli enti locali. In realtà le risorse in parte ci sono ma purtroppo questa situazione è collegata anche alla volontà di burocrati e politici di trasformare la professione da libera in mera produzione tecnica; questo credo sia l’ostacolo maggiore anche rispetto alla mancanza di fondi nella finanziaria».

Nella corsa alla presidenza FNOMCeO, Anelli, notizia di poche ore fa, non sarà solo. Si è infatti ricandidata l’uscente Presidente Roberta Chersevani con una lettera in cui mette in guardia i colleghi dal rischio di una Federazione eccessivamente sindacalizzata. «A mio avviso, di fronda non si tratta – ha commentato Anelli al Sole 24 Ore -.  Siamo in democrazia e chiunque può presentarsi ai Presidenti. La lista non è blindata: vorrà dire che invece di tredici nomi, ne compariranno diciassette. Ciò che contesto sono però le motivazioni: Chersevani attacca la stessa logica che la portò alla presidenza, tre anni fa, quando fu supportata da Giacomo Milillo. E se ben ricordo si trattava di un segretario della Fimmg, non di un Presidente di Ordine quale è invece Silvestro Scotti. Quanto al peso dei sindacati, su questo aspetto avevo avuto già modo di rispondere a Pagani, in sede di Consiglio nazionale. Dal mio punto di vista i sindacati sono una risorsa importante, la cui voce e le cui istanze vanno tenute presenti quando si preannuncia un rinnovo nazionale della Federazione».

Tornando all’intervista, anche la Chersevani  in realtà ha più volte schierato la Federazione accanto ai sindacati – forse con un passaggio irrituale -, azione che in determinate situazioni è stata particolarmente significativa, come valuta queste azioni?

«Il problema non è schierare la FNOMCeO accanto ai sindacati. I contratti vengono di conseguenza se il ruolo professionale del medico è rispettato; nel momento in cui il ruolo assume diversi contorni e mancano i requisiti fondamentali come la libertà, l’autonomia e l’indipendenza, allora è chiaro che i medici non si riconoscono in una figura in cui mancano questi presupposti. Questo credo sia l’ostacolo maggiore al rinnovo dei contratti e quindi di conseguenza all’attività che i sindacati dovrebbero fare».

Questo ‘indebolimento’ della figura del medico può essere uno degli elementi che ha portato alle tante aggressioni che si sono viste in questi mesi? Sappiamo che lei come Presidente dell’OMCeO di Bari ha fatto diverse iniziative visto che, specialmente al sud, si sono verificati vari casi.

«È inevitabile che quando il medico, per ragioni economiche, si trova davanti al cittadino e deve negare una prestazione si rompe quel rapporto di fiducia e il cittadino vede nel medico un antagonista. Da qui può scattare una tensione che talvolta si trasforma in aggressione, in violenza nei confronti del medico. Il medico dovrebbe essere sempre quello che tutela il malato, ma nel momento in cui l’organizzazione del sistema è lacunosa, il professionista diventa colui che rifiuta la prestazione e questo dimostra in maniera inequivocabile che la natura stessa della professione è snaturata»

Cambiando argomento, lei ha dato importanza nel suo programma alla formazione e al controllo di un corretto aggiornamento: secondo lei la FNOMCeO come dovrebbe operare in tal senso?

«Ci sono vari aspetti su cui intervenire, uno di questi è quello relativo all’accesso a medicina, quindi all’accesso poi alle specializzazioni: l’attuale modello è obsoleto e va modificato, vanno introdotti elementi di liberalizzazione del sistema della formazione che consentano alle università di definire parametri di qualità per erogare e formare giovani sulla base dei posti loro disponibili, e non solo sulla basa delle risorse messe a disposizione dal sistema. Questo potrebbe essere un primo passo avanti per aumentare il numero di borse soprattutto di specializzazione, visto il collo di bottiglia che si viene a creare, visto il numero di laureati e di posti di specializzazione e di medicina generale sicuramente inferiore al numero dei laureati. L’altro aspetto è quello della formazione continua: su questo ovviamente c’è in atto sempre una riflessione e la FNOMCeO è sempre impegnata nel tentare di qualificare sempre di più questo passaggio. Tuttavia bisogna riconoscere che i medici italiani sono tra i medici in Europa che si formano di più e che si preoccupano di fare una formazione continua puntuale ed efficace».