Nel 2018 conti in nero per le Asl della Puglia

Rusclttl: 20 milioni di risparmi sui farmaci

mercoledì 03 gennaio 2018

La Gazzetta del Mezzogiorno

L'obiettivo è l'uscita dal Piano operativo, il commissariamento soft che tiene sotto scacco la sanità pugliese ormai dal 2010. E per questo, i conti del 2018 dovranno chiudersi necessariamente in maniera brillante: un taglio definitivo alla spesa farmaceutica (che permetta di finanziare le assunzioni), la diminuzione dei costi storici per beni e servizi da troppo tempo in proroga, e di conseguenza l'azzeramento del prelievo di fine anno dal bilancio autonomo che, con la manovra di assestamento, è finora costato ai cittadini dai 30 ai 70 milioni di euro l'anno di prelievo aggiuntivo dalle tasse. Il bilancio previsionale della sanità predisposto dalla Regione si chiuderà, sulla carta, in pareggio (quello dello scorso anno chiudeva in perdita di 34 milioni): 7,6 miliardi di spese totali, di cui 3,3 sono servizi (dalla medicina di base alla specia- listica, dagli ospedali alle case di cura fino ai farmaci) e 2 miliardi sono i costi del personale. A finanziarle, i 7,4 miliardi (ancora provvisori) del riparto del fondo sanitario nazionale, ma anche i 45,8 milioni di ticket che i pugliesi versano ogni anno nelle casse della Regione (in crescita del 2% rispetto all'anno appena concluso). Manca, tra i ricavi, una voce importantissima come il payback farmaceutico (la quota che le case restituiscono a fine anno sul fatturato complessivo), bloccato da ormai tre anni in un complesso contenzioso: il ministero ne ha rinviato la soluzione a marzo, e la Puglia potrebbe ottenere dai 180 ai 220 milioni di euro. Se così fosse, verrebbe generato un «tesoretto» su cui la Regione contava già per lo scorso anno (avrebbe evitato la manovra correttiva di autunno). Resta però l'incognita della farmaceutica, con la Puglia che continua a spendere troppo nonostante le campagne di controllo delle prescrizioni: per il 2018 il bilancio prevede di risparmiare 22 milioni sui 640 dello scorso anno. «I dati Aifa - dice il capo del dipartimento Salute, Giancarlo Ruscitti - dicono che nel 2017 c'è già stata una sensibile riduzione della spesa. Non siamo più maglia nera e ci aspettiamo che il trend venga mantenuto anche nel 2018. Certo, siamo indietro sulla distribuazione diretta. Speriamo che il concorso indetto dalla Asl Bari per 40 farmacisti porti al potenziamento del servizio. Ma ci aspettiamo sensibili miglioramenti anche dall'avvio della prescrizione diretta da parte degli specialisti ospedalieri». Per il resto, quest'anno la Regione ha inserito nel bilancio della sanità alcune voci «nuove» che non sono strettamente sanitarie (ad esempio il trasporto disabili, che pesa per quasi 65 milioni) e che di solito venivano conteggiati a fine anno in sede di assestamento. Ma va sottolineato pure l'aumento dei costi per la medicina di base (526 milioni, +4,4), per la specialistica ambu- latoriale (che cresce di 16 milioni, di cui 14 finiranno ai privati) e soprattutto per il sistema del welfare sanitario che assorbirà 50 milioni in più, anche in questo caso destinati in gran parte alle convenzioni con i privati. Sforbiciate invece le spese per le protesi e per Irccs ed enti ecclesiastici, che forniranno in tutto un risparmio valutato in circa 25 milioni. La chiusura degli ospedali a seguito del piano di riordino darà risparmi diretti per circa 10 milioni (cui aggiungere quelli dovuti al minor utilizzo di servizi). Le gare centralizzate (la «Gazzetta» ne ha parlato diffusamente ieri) dovrebbero contribuire a realizzare risparmi per circa 23 milioni (1*1,7%), la spesa per il personale crescerà di circa il 2% (salvo maggiori finanziamenti dello Stato a seguito del rinnovo dei contratti collettivi) ma nel complesso i costi complessivi del sistema sanitario pugliese rimarranno sostanzialmente invariati.