Anisakis: un opuscolo divulgativo sui rischi derivanti da questo parassita

Repubblica Bari (Salute): Regione, scatta l'allarme per il parassita del pesce

venerdì 02 novembre 2012

Regione, scatta l'allarme per il parassita del pesce

ANTONELLO CASSANO: Al momento della morte l'Anisakis, il pericoloso "verme delle aringhe', libera delle sostanze biochimiche potenzialmente allergeniche. Boom di casi: in campo una task force di esperti e un opuscolo Non c'è un pericolo imminente per la salute dei pugliesi, ma se la Regione Puglia ha sentito il dovere di istituire il primo tavolo tecnico per la prevenzione dell'Anisakis, meglio noto come "verme delle aringhe", vuol dire che il livello di allerta dei medici sulle conseguenze causate alla salute da questo parassita del pesce azzurro, è salito. Un'allerta giustificata da alcuni dati che gli allergologi presenti all'incontro avrebbero mostrato al gruppo di lavoro e che farebbero pensare a un problema "rilevante": il 50 per cento dei soggetti allergici pugliesi avrebbe una reattività all'Anisakis.

Bocche cucite sull'ufficialità delle cifre e sulla portata reale del problema al termine dell'incontro presieduto dal presidente dell'Ordine dei medici, Filippo Anelli e nel quale si sono riuniti medici allergologi, veterinari, universitari e specialisti in medicina generale. Dopo il tavolo tecnico era prevista una conferenza stampa, poi rinviata per non creare ulteriore allarme nella popolazione.

Una mossa che però ha fatto sorgere qualche dubbio in più. Cos'è l'Anisakis è presto detto. Si tratta di larve che si annidano nello stomaco e nei tessuti muscolari dei pesci, che se ingerite provocano l'anisakiasi che si manifesta in una forma acuta gastroenterologica e in una forma lieve allergica.

La migliore forma di prevenzione? Non mangiare pesce crudo o poco cotto e pesce marinato: calamari, acciughe, sardine, sgombri, tonno e salmone (quindi anche il sushi) sono le principali fonti di contagio. I pugliesi, si sa, sono grandi consumatori di pesce azzurro e pesce crudo. Ecco quindi il motivo del tavolo tecnico e del comunicato diffuso dalla Regione che parla di una "azione di prevenzione molto importante per la salute dei cittadini dal momento che le abitudini alimentari della popolazione pugliese, portate a consumare prodotti ittici crudi o marinati, costituiscono un fattore di rischio nei confronti dell'infestazione da Anisakis.

L'ingestione di pesce crudo o poco cotto può comportare un elevato rischio di contrarre il parassita che, localizzandosi nell'apparato digerente, può causare disturbi gastroenteritici lievi o più gravi". I sintomi principali sono dolore addominale, nausea, vomito. Nei casi più gravi l'anisakiasi può essere risolta solo tramite intervento chirurgico. "Su questo fronte, cioè la parte acuta della malattia, - afferma Filippo Anelli - la Regione sta mettendo a punto un opuscolo informativo da distribuire alla popolazione".

Nell'opuscolo saranno illustrati tutti i comportamenti necessari alla prevenzione della malattia gastroenteritica: sarà necessario congelare il pesce a meno venti gradi per almeno 8 giorni e cuocerlo a una temperatura di 60 gradi. "Espedienti - afferma il responsabile dell'unità operativa di Igiene al Policlinico, Michele Quarto, presente al tavolo tecnico - che sono sufficienti per uccidere il parassita, ma non sono necessari a risolvere la fase lieve dell'anisakis, quella allergica".

Al momento della morte il parassita libera delle sostanze biochimiche potenzialmente allergeniche alle quali non c'è cottura che tenga. Per questo gli sforzi principali del gruppo di lavoro si stanno rivolgendo verso le allergie, le conseguenze più lievi della malattia, ma anche le più diffuse. È il presidente dell'Ordine dei Medici, Filippo Anelli, l'unico che al termine dell'incontro si sbilancia su alcune percentuali: "L'allergia all'Anisakis potrebbe interessare il 50 per cento della popolazione di allergici pugliesi".

Più cauta l'allergologa Maria Teresa Ventura: "Preferisco non dare delle cifre in questo momento. Questo tavolo è stato costituito proprio per studiare la problematica. Non mi piace fare del terrorismo informativo, anche perché la presenza di Anisakis in mare significa che le nostre acque sono in buono stato di salute. In questo momento non c'è allarme, ma solo una volontà di studio". Sulla stessa linea Michele Quarto: "Le cifre non ci sono, questo è il problema e l'obiettivo dell'incontro è proprio quello di avere cifre certe.

Ora bisogna studiare i dati a disposizione. Stiamo predisponendo materiale informativo da distribuire alle farmacie e ai medici di famiglia.

Stiamo anche pensando a corsi di formazione per i medici. Gli allergologi hanno già assicurato che inseriranno l'allergene dell'Anisakis nei loro Prick test". Se i dati fossero confermati i soggetti allergici pugliesi, calcolati nell'ordine di diverse centinaia di migliaia di persone, dovranno prendere maggiori precauzioni a tavola.

Allegati dell'articolo