Decreto Balduzzi: Presidente Vendola è l’ora dei fatti! - Lettera aperta

Presidente Vendola ora più che mai è il momento di prendere decisioni.

giovedì 06 settembre 2012

Lettera aperta al Presidente Vendola.

Decreto Balduzzi: Presidente Vendola è l’ora dei fatti!

L’approvazione del Decreto Balduzzi ieri da parte del Consiglio dei Ministri sulla riorganizzazione dell’Assistenza Primaria interviene in un momento particolare per la Puglia che all’indomani della chiusura degli ospedali e dei pesanti tagli all’assistenza si ritrova drammaticamente ancora in attesa delle misure regionali intese a potenziare l’Assistenza Territoriale, più volte preannunciate e sbandierate ai quattro venti e mai realizzate. Eppure, secondo il Ministro Balduzzi: “Questi interventi hanno conferito carattere di urgenza alla necessità di procedere a una riorganizzazione di alcuni fondamentali elementi del Servizio Sanitario Nazionale. Ciò richiede un urgente riassetto, in primo luogo, del sistema delle cure territoriali…”.

Siamo rimasti sconcertati dalla posizione assunta dall’Assessore alla Salute della Regione Puglia che insieme ai suoi Colleghi di tutte le altre Regioni ha espresso un parere negativo sulla riorganizzazione delle Cure Primarie sostenendo direttamente il passaggio alla dipendenza dei medici di famiglia - quindi mettendo in crisi il rapporto di fiducia che lega i cittadini a questi professionisti – piuttosto che puntare sul miglioramento del sistema attuale. Eppure, la Puglia grazie alle scelte effettuate dal Governo regionale con gli Assessori Tedesco e Fiore, rappresenta una delle regioni più avanzate avvicinandosi al modello previsto nel Decreto Balduzzi. Peccato che l’Assessore Attolini, a 6 mesi dal suo insediamento, non ha ritenuto di incontrare, pur se sollecitato diverse volte, i rappresentanti della medicina territoriale per far conoscere la sua opinione ed il programma della sua azione di governo.

In Puglia i medici di medicina generale svolgono la loro attività nell’80% dei casi in forma associata. La metà di questi medici condivide un unico studio aperto mediamente 9 ore al giorno, mentre la restante parte, per garantire la stessa prestazione, adotta la condivisione informatica dei dati clinici dei pazienti in carico. Gran parte di questi medici ha assunto un collaboratore di studio per la gestione delle incombenze burocratiche. A causa di problemi di finanziamento regionale solo 1/3 dei medici è in grado di assicurare anche l’assistenza infermieristica.

Nel contratto regionale, già in vigore da anni, sono previsti strumenti e forme organizzative di lavoro dei medici che possono migliorare i livelli di assistenza sino a raggiungere gli obiettivi che oggi il Decreto Balduzzi pone e che, se attuati, avrebbero potuto e potrebbero ancora oggi rendere la Puglia la regione più avanzata in Italia nel campo dell’assistenza territoriale.

Infatti, in tutta la Regione giacciono inevase le domande presentate dai medici ai Direttori Generali delle proprie ASL per la istituzione dei Centri Polifunzionali Territoriali (CPT) che assicurano, secondo le norme vigenti, l’apertura per 12 ore continuative degli ambulatori (solo nella ASL di Bari ci sono 10 domande inevase). La riorganizzazione della Continuità Assistenziale (Guardia medica) e l’interazione con il Servizio di Emergenza Territoriale (118) consentirebbe alla nostra Regione agevolmente di raggiungere la copertura H24, 7 giorni su 7 di assistenza, con modelli sostanzialmente già condivisi.

In queste strutture la presenza di figure professionali diverse, come ad esempio gli infermieri, consentirebbe di migliorare l’offerta assistenziale attraverso l’erogazione di prestazioni diagnostiche di primo livello come la telemedicina, l’ecografia generalistica, la spirometria e così via. La gestione della cronicità, infatti, rappresenta l’obiettivo principale delle cure primarie. Ad esempio, se tutti gli ipertesi effettuassero un elettrocardiogramma presso gli studi dei medici di famiglia, ci sarebbe un milione e mezzo di accessi in meno negli ospedali.

Presidente Vendola ora più che mai è il momento di prendere decisioni. La chiusura degli ospedali nei programmi era condizionata al contestuale potenziamento delle cure territoriali al fine di non compromettere la piena erogazione dei Livelli Essenziali di Assistenza (LEA). Gli studi ed i report dimostrano che ciò non è avvenuto perché il territorio non è stato potenziato. Le chiediamo, pertanto, un incontro urgente al fine di riprendere il dialogo che inspiegabilmente sembra essersi interrotto.

Bari, 6 settembre 2012

 

Filippo Anelli




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