Da Genova a Bari: in Italia troppi farmaci

Vietato sbagliare terapia; e, soprattutto, esagerare con i farmaci prescritti.

martedì 16 settembre 2014

Il Fatto

Per queste ragioni, otto medici di famiglia, in Liguria, si sono visti recapitare una richiesta di risarcimento di circa 40 mila euro dalla propria Asl. Pillole a sproposito anche in Puglia, dove il consumo di antibiotici è triplicato rispetto all'anno scorso secondo l'ultimo rapporto dell'Agenzia italiana del farmaco. I medici di base sostengono di avere le mani legate: devono rispettare un tetto e, una volta sforato quello che spesso è più simile a un contro soffitto, si mette mano al loro portafogli. I medici liguri, infatti, hanno fatto ricorso e la reazione della Asl si è inasprita, tanto che adesso la Corte dei Conti ha aperto un'inchiesta per danno erariale.

L'avvocato Paolo Vinci, che si occupa di Sanità, ammette: si prescrive troppo, con rischi anche in termini di salute e, in casi estremi, "si può ipotizzare un circolo delittuoso in sinergia con le case farmaceutiche". LA CONFERMA sugli sprechi (per l'Oms, in Europa, sono 125 miliardi l'anno) arriva anche dal Rapporto sull'uso dei farmaci in Italia, OsMed 2013 dell'Agenzia Italiana del farmaco. Antibiotici per tutti, soprattutto per cistite e laringotra-cheite. E, di conseguenza, più medicine per proteggere lo stomaco. Si sperpera diversamente di regione in regione, al gradino più basso ci sono Sardegna e Puglia mentre le più virtuose, sono anche quelle che hanno un servizio sanitario più efficiente. Sono dati che però vanno letti senza dimenticare che "nel Lazio vengono a curarsi in tanti, è il centro sanitario del Sud, ha una spesa enorme e spesso le prescrizioni non vengono compensate" precisa la dottoressa Josephine Campanella.

 Lei, medico di base a Roma, non ha dubbi sulla categoria: "I medici prescrivendo di più non guadagnano nulla". L'Istituto superiore di Sanità e l'Aifa hanno definito delle linee guida, il problema però resta il controllo sul territorio. Una speranza era la digitalizzazione delle ricette, introdotta con decreto legge nel 2012. Ma secondo uno studio del Politecnico di Milano, ad oggi, appena poco più della metà dei medici di base italiani gestisce le ricette in formato elettronico. Per i medici di base del Lazio già quando sono stati introdotti i certificati online c'era stato un difetto di funzionamento della piattaforma informatica. Insomma, c'era la legge ma non i mezzi per attuarla.