Mmg alle Regioni: raddoppiare i posti in formazione per arginare l'esodo

Sindacato ed ENPAM in rpima linea sulla questione: importanti i risvolti previdenziali

martedì 21 febbraio 2017

DOCTOR 33

Raddoppiare il numero di posti nel corso triennale post-laurea che forgia nuovi medici di famiglia: la ricetta arriva contemporanea da Fimmg e da importanti esponenti del CdA dell'Enpam. Il consiglio sindacale del sindacato guidato da Silvestro Scotti sabato scorso ha ribadito che "non può essere più rinviato l'aumento significativo del numero di posti della scuola di formazione specifica per far fronte alla diminuzione dei medici di medicina generale che avverrà nei prossimi anni. Ma urge anche adeguare la borsa di studio «a quella dei corsi di specializzazione universitaria per dare ai medici in formazione il giusto riconoscimento economico e pari dignità; ugualmente indifferibile è l'introduzione di attività professionalizzanti retribuite». La direttrice più attuale pare l'aumento del numero di posti, lo confermerebbe la richiesta del consigliere dell'ente previdenziale Enpam Luigi Galvano, che è anche segretario Fimmg Sicilia, di passare nell'Isola da 80 ad almeno 150 medici di base formati ogni anno. «Tra il 2017 e il 2027 - spiega Galvano - in Sicilia andrà in pensione il 60% dei medici di famiglia, dagli attuali 4080 passeremo a 2500. Ma un po' in tutta Italia molti pazienti resteranno senza medico. Sono entrati nel Ssn dopo la legge 833 del 1978, dal 1981: medici di famiglia, guardie mediche e pediatri». Erano ingressi tarati su un rapporto ottimale di un medico ogni 1000 abitanti, ma molti ora sono massimalisti. «Da fine anni Ottanta in poi si è cristallizzato tutto, adesso bisogna pensare a un ricambio».
Raddoppiare i posti e le borse ha un prezzo che le regioni fin qui non hanno mostrato di voler pagare. «Occorre agire entro i prossimi 1-2 anni. Il risparmio c'è: per gli specialisti che diploma, l'università non ha programmato i posti in base ai fabbisogni dei cittadini. Ogni specialista costa al paese 250 mila euro da sommare ai 300 mila spesi dallo stato per laureare un camice: patrimonio che regaliamo -come abbiamo fatto con 2363 dei nostri camici, emigrati nel 2014 - a Germania, Francia ed altri paesi più ricchi i quali invece per la formazione spendono molto meno di noi. Invertire la tendenza vuol dire pagare meno, rimpiazzare i soldi spesi per le professionalità acquisite all'estero con le cifre inferiori necessarie ad avere più medici di medicina generale». 
Su Facebook singoli medici propongono sempre più di innalzare il rapporto ottimale da un mmg ogni mille abitanti a uno a 1300. Anche in questo modo si può far fronte alla carenza dei medici, Ma in tempi di medicina d'iniziativa e incombenze crescenti il carico sarebbe gestibile? «L'aumento di ottimale e massimale -dice Galvano - sarebbe funzionale ad applicare la Prestazione pensionistica anticipata, il meccanismo proposto dall'Enpam grazie al quale il medico in uscita insegna il mestiere al giovane collega e consegue il 50% della pensione maturata percependo dall'Asl metà stipendio. I ministeri di Economia e Lavoro lo stanno valutando e se danno l'ok è nostra intenzione inserirlo nella trattativa per la nuova Convenzione. Peraltro, ben 15 regioni su 20 applicano un ottimale alzato da 1000 a 1200 scelte, Lombardia e Toscana lo hanno alzato a 1300, in Sicilia è ancora uno a mille, e se le uscite dal lavoro continuano a superare gli ingressi si potrebbe porre il problema di livellare verso l'alto l'ottimale in tutte le regioni. In ogni caso, l'attenzione dev'essere soprattutto sulla necessità di far fronte agli esodi con nuovi innesti». Per Galvano, è superficiale dire che le graduatorie sono "piene" in alcune regioni (al Sud) dove si può attingere ai giovani medici. «Un'indagine da noi svolta in Sicilia e poi ripresa da Fnomceo su scala nazionale ha dimostrato che. al netto dei colleghi iscritti in più regioni, sono dentro molti medici entrati anni fa e ora vicini al pensionamento, persino in continuità assistenziale. Non vedo alternativa al raddoppio delle borse del triennio; rispetto ad altre soluzioni (ottimali alti etc) avere più medici di famiglia - che tra l'altro danno sul territorio il 90% delle risposte - consente di avere costi minori alle sanità e di salvare il patto tra generazioni subentranti. Chi inizia a lavorare oggi in convenzione salva la pensione di chi dovrà andare via prima di lui».