La mia odissea burocratica per ritirare la cartella clinica

Lentezza e disservizi: una corsa a ostacoli per un atto amministrativo dovuto

sabato 22 agosto 2015

Lettera al Direttore della Gazzetta del Mezzogiorno

Si discute molto di lentezza della pubblica amministrazione e di innovazione, ma un piccolo esercizio di acrobazia burocratica nella sanità pugliese può farci capire che per cambiare verso in questo paese occorrono innanzitutto interventi di buon senso. Mia moglie viene investita da un taxi a Bari, soccorsa (bene) dal 118 e portata al policlinico. Ricoverata in Ortopedia, operata (bene) per frattura al bacino, dimessa sabato scorso. Lunedì torno in ortopedia per chiedere copia della relazione di pronto soccorso, gentilmente mi dicono di rivolgermi alla segreteria del pronto soccorso, che mi rinvia allo sportello delle cartelle cliniche, che chiude alle 11.30.

È tardi Torno il martedì, allo sportello mi presentano un modulo da compilare (per inserire dati che già possiedono), e mi chiedono se ho la delega. Non ce l'ho, non lo sapevo. «Per la privacy. È scritto in bacheca». Mi giro e vedo affisse soltanto una ventina di circolari. Torno a casa, per fortuna non dovevo rifare 50 km di strada, chiedo a mia moglie immobilizzata a letto di firmare e mi ripresento allo sportello. Consegno tutto, ma non è finita. Devo versare 2 euro. «Posso farlo qui?». «No, al Cup». Vado, prendo il numero «per pagamento ticket», aspetto il mio turno. Venti minuti. «Non è qui, vede? È quello di fronte, il n.10 per il pagamento dei 2 euro». «C'era un modo per saperlo?». Sguardo sconsolato dell'impiegato. Seconda coda, pago, ora sono a posto. La mia quota di tortura l'ho versata.

Domanda numero uno: quanto costa il mio tempo, e quello di tutti coloro che ogni giorno «devono attendere» (l'attesa come obbligo per il cittadino è uno degli idoli più adorati da chi sta dall'altro lato del vetro). Domanda numero due, e proposta: per ovviare ai problemi di privacy, e snellire la «prassi» (altro idolo), non sarebbe più semplice consegnare copie delle cartelle cliniche e di altri documenti al diretto interessato, su sua richiesta, insieme al foglio di dimissione?

Sono domande rivolte con un tweet al ministro Lorenzin (brava) e al neo sindaco della Puglia, Emiliano, che ha promesso di dedicare alla salute dei pugliesi l'attenzione che merita, non solo per il peso che la sanità riveste nel bilancio regionale, ma - immagino - per quello che avrà nel bilancio futuro della sua azione di governo. Anche Vendola aveva promesso nel 2005 di abolire i ticket, impedire la chiusura dei piccoli ospedali, far sparire le code per gli esami. Ma aveva scherzato. Gaetano Rossini Bari