Lecce: Guardia medica presa a pugni durante intervento urgente.

L'episodio è avvenuto domenica scorsa. La protesta dei medici di continuità assistenziale

mercoledì 22 luglio 2015

Leccesette

L'episodio è avvenuto domenica scorsa. Il dottore Gerado Vallone si rivolge alla Asl per chiedere il rispetto del contratto ed evitare rischi.


Aggredito con un pugno in pieno volto durante un intervento domiciliare urgente. La denuncia è del medico neretino Gerardo Vallone che, in una lettera aperta ai dirigenti Asl, all’Ordine dei Medici e ai responsabili sindacali, pone l’accento sulla violazione delle disposizioni contrattuali per i medici della guardia medica e i rischi che ne conseguono. 

L’aggressione è avvenuta domenica sera in un condominio di piazza Achille Grandi dove il professionista è intervenuto per un “codice rosso” su sollecitazione del 118 che era stato costretto ad inviare un’ambulanza senza medico. La situazione del paziente era infatti molto critica, riferisce Vallone nella lettera, tanto che dopo numerosi tentativi di rianimarlo, è deceduto per arresto cardiocircolatorio e non è bastato neanche il successivo intervento dell’ambulanza medicalizzata.  

“Siamo stati minacciati di morte dai figli del paziente” accusa Vallone, tanto da dover richiedere l’interveto della Polizia e quando è stato comunicato l’avvenuto decesso al figlio del paziente, questi ha reagito sferrandogli un pugno in faccia e aggredendo anche un operatore 118. 
“Chiedo che l’azienda e chi ha le relative responsabilità dia disposizioni a non fare intervenire in codice rosso e, in generale, in situazioni che comportino interventi sanitari ad alta complessità i medici della continuità assistenziale, i cui compiti sono ben diversi e organicamente prestabiliti dal contratto collettivo nazionale” scrive Vallone “invito le organizzazioni sindacali, di categoria, l’Ordine dei Medici di Lecce, a fare rispettare le clausole contrattuali per gli operatori di continuità assistenziale. Chiedo inoltre alle forze dell’ordine di essere più vicine agli operatori sanitari, ai medici, agli infermieri e ai volontari che come loro, sic stantibus rebus, rischiano la propria vita per salvare quella degli altri.

Considero inoltre che non è rivolgendosi ai medici di continuità assistenziale che si risolveranno i problemi della grave carenza strutturale della sanità pugliese e salentina in particolare. Considerato ciò” -conclude “mi riservo di adire a vie legali qualora in seguito all’evento occorsomi ne dovessero derivare danni psicofisici alla mia persona, individuando i livelli di responsabilità”.

“Il medico di Continuità Assistenziale è allertato dalla centrale operativa 118  esclusivamente per i codici bianchi” scrive Luigi Caputo, Segretario Fimmg CA Lecce “Non è più procastinabile  una  rivisitazione dei rapporti e delle sinergie intercorrenti tra il servizio di continuità assistenziale e quello di emergenza sanitaria territoriale” aggiunge il sindacalista che ha chiesto ad Asl di inserire l’argomento all’ordine del giorno del prossimo Comitato Aziendale Permanente.