Medicina, a Bari bocciatura «attesa»

Il preside: meno cattedre e più qualità, ma pesa anche il blocco del turn-over

mercoledì 23 agosto 2017

La Gazzetta del Mezzogiorno
ENRICA D'ACCIO MARINA DIMATTIA " BARI. Sono 9 le scuole di specializzazione di medicina dell'università di Bari a rischio chiusura. Secondo l'Osservatorio nazionale della formazione medica specialistica, che ha svolto approfondimenti su richiesta del Ministero della salute e del Ministero dell'istruzione, 135 scuole sulle 1433 di tutta Italia, non potranno essere più accreditate per la «non aderenza ai livelli minimi». Nel mirino, le scuole baresi di cardiochirurgia, chirurgia maxilo-facciale, chirurgia pediatrica, neurochirurgia, medicina termale, farmacologia e tossicologia clinica, radioterapia, biometria, audiologia e foniatria.

Le ragioni della «bocciatura»? Spazi inadeguati, assenza di laboratori dedicati, bassi standard di assistenza negli ospedali ma anche scarse performance per l'attività scientifica dei docenti. «Occorre ripensare le scuole di medicina, pensando meno alle cattedre e più alla qualità della formazione. - commenta il preside della scuola di medicina dell'università di Bari, Loreto Gesualdo - Certo, fa rabbia perdere alcune scuole ma è necessario che le scuole di specialità diventino più serie, siano valutate secondo standard di qualità elevati. È importante che i nostri specializzandi abbiano gli spazi giusti, i tutor giusti, il giusto supporto».

Gesualdo chiarisce in ogni caso che «le notizie diffuse, al momento, sono ufficiose e non ufficiali. Sappiamo però da tempo che alcune delle nostre scuole rischiano di perdere l'accreditamento». Tra l'altro, con il blocco del turn over, tutti i professori andati in pensione negli ultimi anni non sono stati sostituiti e per essere accreditata, ogni scuola deve avere minimo due docenti di seconda fascia. Ecco perché la falce ministeriale potrebbe colpire indistintamente gli atenei del nord e del sud. «Beh c'era da aspettarselo -spiega Piercarmine Melchiorre dell'associazione Link Bari, il sindacato studentesco che rappresenta i diritti degli studenti universitari - Esiste un problema di finanziamenti pubblici tanto per l'istruzione quanto per la ricerca. Noi ci accorgiamo quotidianamente dei problemi strutturali e di conseguenza, della qualità, della formazione universitaria. Non è raro che ricerche portate avanti da professionisti baresi vengano brevettate all'estero».

Ma gli studenti puntano l'indice contro il Ministero: «È singolare che il ministero della Salute conduca uno studio simile, quando poi non si fa nulla per il Meridione. Noi lottiamo da sempre per una università inclusiva e se questo studio può adeguare il Sud agli standard del resto d'Europa che ben venga. È arrivato il momento che accada». Gli standard I criteri di giudizio
Per essere accreditate, le strutture devono possedere standard minimi generali e specifici che sono rapportati alla capacità strutturale tecnologica, organizzativa e assistenziale, fermo restando i requisiti previsti in materia di autorizzazione e accreditamento delle strutture sanitarie. Ovvero: spazi adeguati per l'esercizio delle funzioni previste; attrezzature necessarie per l'esercizio delle funzioni previste; capacità di sussistenza delle competenze professionali necessarie; un'adeguata quantità e tipologia di interventi e prestazioni sanitarie.