Liste d'attesa: la rivolta sulle attività intramoenia

La proposta di legge affida al dg il compito di fermare le attività extra per smaltire le code.

sabato 27 gennaio 2018

La Gazzetta del Mezzogiorno

Usmmo: assurdo, facciano le assunzioni Liste d'attesa, la rivolta sulle attività intramoenia 1 medici: Amati ci addebita colpe non nostre. La replica: falso " «Sulle liste di attesa arrivano da molti medici e dall'ordine della provincia di Lecce alcune obiezioni che sembrano - in qualche caso - scuse non richieste. Basterebbe leggere la proposta di legge e le obiezioni svanirebbero». Così il presidente della Commissione Bilancio Fabiano Amati replica alle critiche sulla sua proposta per ridurre le liste d'attesa in sanità, provvedendo alla sospensione dell'attività libero professionale qualora i tempi d'attesa siano disallineati con quelli dell'attività istituzionale. «Si dice che sarebbe punitiva nei confronti dei medici. E perché mai? A me sembra invece un premio. La proposta di legge, infatti, prevede che in caso di sospensione dell'attività libero professionale privata il direttore generale - spiega - assegna incentivi economici al personale della specialità sospesa, con il fondo vincolato sulle liste d'attesa, alla ovvia condizione che il disallineamento sia dovuto a carenze strutturali o di organico. Sulla base di questa formulazione mi chiedo in cosa consista la sfiducia nel personale medico che anzi viene chiamato - con incentivi economici - a rimediare a problemi strutturali o di organico?». Tra i medici vi sarebbe anche il sospetto che la proposta di legge sia stata presentata per scopi elettorali. «Su questo credo che innanzitutto sia sbagliato pensare che i cittadini si facciano abbindolare e che in ogni caso la scelta elettorale può avvenire solo sui programmi e non già su fotogra- fie, come ad un concorso di bellezza per corrispondenza. Inoltre - prosegue Amati - tale opinione difetta di conoscenza approfondita sul mio score legislativo da campagna elettorale anche quando non sono in programma elezioni. Peraltro anche in questo mese elettorale riceverò l'indennità di carica proprio per svolgere al meglio il mio dovere di lavoro e sarebbe davvero curioso se cittadini così attenti mi chiedessero di non lavorare per più di un mese pur percependo l'indennità». Piuttosto, «le liste d'attesa sono l'indice di valutazione attraverso cui i cittadini valutano il grado di soddisfazione nei confronti della sanità e decidono - in prevalenza - il credito o il discredito da attribuire alla classe politica e medica». «Ancora una volta la politica scarica la colpa sui medici. Intanto perché quella proposta di legge sottin-dende, di fatto, che se le liste di attesa sono lunghe - obietta Franco Laval-le, segretario del indacato Usmmo - la colpa è dei medici. Bel modo di lavarsi le mani.- I medici, invece, sono vittime incolpevoli di questa situazione e per la quale spesso subiscono violenze. Da anni andiamo dicendo a tutti gli assessori alla Sanità ed a tutti quelli che vogliono risolvere il problema liste di attesa, non ultimo al Presidente Emiliano, che le liste non scompaiono con i pro- clami, ma con atti sostanziali. E inutile dare la colpa ai medici perché il problema è in tutt'altra parte. La causa delle liste di attesa - spiega - è legata alla carenza dei medici nelle struttura, carenza dovuta al blocco del turn over che da ormai quasi un ventennio vige nella nostra Regione. La gente deve sapere che i medici che vanno in pensione non vengono sostituiti con lo scopo di operare risparmi sulla spesa pubblica e quelli rimasti nei reparti, in verità pochi, non riescono a fare tutto nelle ore lavorative contrattuali. Per meglio far capire alla gente, perché altrimenti si dicono parole solo per fare demagogia, i medici in servizio devono garantire le guardie, le visite nei reparti, le sale operatorie, gli ambulatori ed in più tutto il lavoro burocratico che, tanto per gradire, ha caricato il lavoro del medico. Tutto questo da farsi nelle sei ore e venti contrattuali. Senza possibilità di accedere al lavoro straordinario, per operare il contenimento della spesa. Tant'è che i medici, poiché non possono finire tutto quanto di competenza negli orari contrattuali, continuano a lavorare regalando alle amministrazioni centinaia di ore ogni anno, ore che non saranno mai remunerate». Proposte come quelle presentate dal consigliere Amati «fanno capire che forse questo superlavoro del medico, non pagato, non sia conosciuto e riconosciuto. Lo ribadiamo: le liste di attesa si superano con le assunzioni. La ve- rità - tuona Lavalle - è che le assunzioni non si possono e non si vogliono fare. E diventa molto più facile dare la colpa ai medici. Le visite intramoenia sono fatte fuori dall'orario di lavoro». E la struttura non solo guadagna sulle visite ma è il soggetto che materialmente prende i soldi e poi paga il medico con i tempi amministrativi»