Il primario Nicola Laforgia e la guerra dei vaccini in Puglia: "Emiliano ha tolto dignità ai medici"

Il presidente regionale della Società italiana di pediatria (Sip) spiega perché ha lasciato la Commissione regionale

mercoledì 30 agosto 2017

La Repubblica Web
In una Puglia all'avanguardia da tempo per la proposta vaccinale, grazie al lavoro di tanti professionisti impegnati quotidianamente, il governatore Michele Emiliano, nel corso di un 'incontro delegazione cittadini pugliesi contrari all'obbligo vaccinale' tenutosi nella istituzionale sede regionale, contestando la legge sull'obbligatorietà dei vaccini, promette sostegno giuridico a chi non vuole vaccinare i propri figli, con le parole: "Ricorrete, vi assisteremo".

Sono parole di chi perse l'occasione, certamente per improrogabili impegni istituzionali, di ascoltare, in audizione regionale, la scienziata e senatrice Elena Cattaneo, che ci fece dono di una straordinaria relazione scientifica sul valore dei vaccini e sull'importanza della vaccinazione di massa, ricordando a chi non conosce o dimentica la storia, gli enormi risultati in termini di salute ottenuti.

Per quali ragioni si dovrebbe supportare l'astensione dalle vaccinazioni dei nostri bambini? In nome, forse, di una presunta libertà individuale che, inevitabilmente, determinerà la ricomparsa di malattie pericolose? Oggi i pediatri, i medici, gli scienziati hanno chiarito che il rapporto costo-beneficio delle vaccinazioni, soprattutto in termini di salute delle comunità, è straordinariamente positivo. È paradossale che, mentre, oggi, come pediatri, siamo impegnati a supportare la legge, che, di fatto, ha reso obbligatori due vaccini (esavalente e tetravalente) così che, con quattro iniezioni in un anno, ci si protegge da dieci malattie potenzialmente gravi e talvolta mortali, si assista a una demolizione di un percorso virtuoso, che ha consentito alla nostra regione di essere un esempio per tutto il Paese.

Non possiamo accettare comportamenti e dichiarazioni da parte delle istituzioni che contrastano, in maniera che non può essere inconsapevole, lo sforzo di riportare le coperture vaccinali a livelli di sicurezza per tutti. Vaccinarsi non è solo un'azione individuale, è anche il segno dell'attiva partecipazione alla salute globale di una comunità. Alla politica chiediamo azioni chiare e non ambigue. O si mette in campo ogni strumento possibile per vaccinare tutti, salvo coloro i quali hanno reali controindicazioni, che solo il pediatra o il medico curante possono certificare, o, quale che sia il giudizio sulla legge, se si supportano i ricorsi, di fatto si fornisce sponda a chi non vuole vaccinare i propri figli e, conseguentemente, si disincentivano le vaccinazioni.

Si distrugge quel prezioso lavoro quotidiano che i pediatri svolgono con le famiglie, sempre più confuse da messaggi che, oggi, addirittura provengono dalle massime istituzioni regionali. In qualità di componente della Commissione regionale vaccini, che ha disertato la convocazione ad un incontro che ha mescolato colpevolmente, istanze politico-elettorali con problematiche giuridiche e scientifiche, alla luce delle dichiarazioni del governatore, non posso che rimettere il mio incarico alla giunta regionale.

La Commissione ha un ruolo tecnico e fornisce supporto al  decisore politico, ma quello che è avvenuto toglie efficacia e dignità al nostro lavoro. Alle istituzioni chiediamo risposte serie e concrete alle situazioni di grande difficoltà, come per le note carenze di organico dei centri vaccinali, non certo di fornire supporto giuridico a chi, senza alcuna ragione scientifica, si oppone alle vaccinazioni. Far vaccinare i nostri bambini, prima della frequenza scolastica, è una scelta giusta che va difesa senza se e senza ma.