“Ci tieni a conservare il diritto di scegliere il tuo medico di famiglia?"

Allora informati su quanto accadrà in questi mesi! (Comunicato Stampa)

giovedì 24 aprile 2014

Ha preso il via la campagna di comunicazione della Fimmg, in concomitanza con l’avvio delle trattative per il rinnovo della Convenzione, volta ad informare i cittadini sul complesso percorso di trasformazione dell’organizzazione della medicina generale italiana.

In un volantino che sarà esposto nelle sale di attesa di tutti gli studi dei medici di famiglia  si legge:

Ci tieni a conservare il diritto di scegliere il tuo medico di famiglia? Allora informati su quanto accadrà in questi mesi!

La Conferenza delle Regioni vuole limitarlo, potresti avere una sorpresa.

Noi vogliamo per te: meno burocrazia e più tempo per i tuoi bisogni! Mantenere il rapporto di fiducia e insieme agli altri colleghi garantire realmente un’assistenza continua! Specialisti, attrezzature e personale non medico nel nostro studio per offrirti prestazioni per le quali ora devi aspettare mesi!”

Le preoccupazioni della Fimmg sono dettate dalla incapacità, o dalla mancanza di volontà (?), delle regioni ivi compresa la Puglia di avviare o portare a termine quale processo di riforme teso a garantire ai cittadini quell’assistenza più volte declamata e negli ultimi tempi addirittura osteggiata!

I medici di famiglia pugliesi chiedono al Governo Regionale, oramai da tre lunghi anni, che ai pugliesi sia garantita quell’assistenza territoriale che solo la medicina di prossimità può assicurare. Cioè un’organizzazione della medicina generale che veda tutti i medici di famiglia raggruppati in associazioni in modo tale da offrire nei loro ambulatori, così capillarmente distribuiti su tutto il territorio regionale, nuovi servizi assistenziali, come ad esempio:

  • diagnostica di primo livello come la telecardiologia (elettrocardiogramma, ecg secondo Holter, monitoraggio della pressione arteriosa nelle 24 ore), spirometrie ed ecografie;
  • maggiore personale sanitario: infermieri e terapisti della riabilitazione per garantire anche l’assistenza domiciliare;
  • la medicina specialistica;
  • la ricerca in medicina generale.

Si tratta di servizi essenziali per la gestione di patologie croniche di grande impatto sociale come il diabete e l’ipertensione. I soggetti affetti da queste due patologie in Puglia assommano a circa un milione e mezzo di cittadini. Se, ad esempio, il controllo cardiologico annuale per questi cittadini avvenisse negli studi dei medici di famiglia, grazie anche alla telecardiologia, si ridurrebbero di un milione e mezzo gli accessi negli ospedali con un grande beneficio per la risoluzione dell’annoso problema delle lunghe liste di attesa!

In Puglia vi sono 3300 medici di famiglia, buona parte sono organizzati in forma associativa (circa 80%) di cui una metà operano in sede unica (medicina di gruppo) e l’altra metà collegati in maniera telematica (medicina in rete).  Sono oltre duemila i collaboratori di studio che operano negli studi dei medici di famiglia, curano l’organizzazione dello studio e offrono una risposta alle incombenze burocratiche del settore. Ottocento sono, invece, gli infermieri che operano negli studi dei medici di famiglia. Svolgono tutte le attività infermieristiche: medicazioni, terapie iniettorie, terapie infusionali, cambio di cateteri, vaccinazioni, prelievi, ecc; seguono l’assistenza domiciliare in particolare la cura delle piaghe da decubito. L’accesso a questo tipo di assistenza è completamente gratuito ed il livello di soddisfazione dell’utenza particolarmente elevato. Infatti, i medici di famiglia erogano gratuitamente oltre 1 milione di queste prestazioni all’anno in Puglia.

Mancano ancora, per completare la ristrutturazione della medicina generale in Puglia, oltre mille collaboratori di studio e oltre duemila infermieri.  Sono tre anni, infatti, che i medici chiedono alla Regione l’autorizzazione ad assumere questo tipo di personale.

Dopo l’ottimo lavoro svolto dal Ministro Lorenzin che ha evitato ulteriori tagli alla sanità è tempo che le regioni si diano una regolata e si impegnino in un processo riformatore tale da ridurre sprechi e ruberie per garantire quel diritto alla salute sempre più fortemente compromesso dalla loro gestione della sanità.

Ancora una volta illuminante risulta il giudizio espresso da Ivan Cavicchi all’indomani del Consiglio dei Ministri che ha deciso di soprassedere ad ulteriori tagli alla sanità.

“Tutti sanno” scrivevo  “che le regioni e le aziende fanno la cresta sui  finanziamenti che ricevono, che neanche i passati tagli lineari le hanno convinte a cambiare strada, che per non toccare i loro interessi  hanno  preferito torchiare  i cittadini e che offrire 10 mld di risparmi sugli sprechi, quando sappiamo che il “magna magna” ammonta a circa 30 mld era come fare un biscotto a Renzi” (http://www.quotidianosanita.it/governo-e-parlamento/articolo.php?articolo_id=21118).

Bari, 24 Aprile 2014 

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